aggiornato il 25/07/2017 alle 7:21 da

Lassandro: i legali valutano di rivolgersi al Tribunale della Libertà

raffaele lassandroGIOIA – Durante l’interrogatorio di garanzia ha risposto ai giudici respingendo l’accusa di turbativa d’asta, l’ormai ex dirigente dell’ufficio tecnico di Gioia, Raffaele Lassandro che per il momento rimane ancora ai domiciliari. Anche lui è tra gli 11 indagati all’interno della complessa operazione condotta dai Carabinieri di Gioia assieme ai militari del Nucleo di polizia tributaria di bari e alla tenenza della guardia di Finanza di Gioia. Le forze dell’ordine hanno scoperto un complesso sistema di appalti truccati e mazzette che ha coinvolto diversi imprenditori e amministratori di Altamura, Castellana Grotte e Acquaviva. Ed è stato proprio dalla denuncia del vicesindaco di Acquaviva che è partita l’indagine. Austacio Domenico Busto ha riferito alle forze dell’ordine di aver ricevuto una mazzetta per favorire una società nell’assegnazione di un bando. Le indagini hanno portato a galla una vera e propria rete di presunti appalti truccati, tra cui quello per il rifacimento del teatro comunale di Acquaviva. Ed è in questa operazione che sarebbe coinvolto Lassandro, che secondo l’accusa sarebbe stato indicato con mezzi fraudolenti, quale componente della commissione che avrebbe aggiudicato l’appalto e che successivamente avrebbe assegnato punteggi tale da far risultare vincitrice la società oggi nell’occhio del ciclone. Gli interrogatori di garanzia si sono svolti alcuni giorni fa dinanzi ai gip Giovanni Anglana e Francesco Agnino, alla presenza dei pm che coordinano le indagini, Marco D’Agostino e Claudio Pinto e dei difensori degli indagati. In particolare Lassandro, per il quale sono stati disposti i domiciliari, è difeso da Francesco Caponio e Daniela Castelluzzo, ed è proprio dai due legali che si ha contezza della tranquillità con cui l’ingegnere ha affrontato l’interrogatorio. E’ stato uno dei pochi coinvolti nell’inchiesta, a decidere di rispondere e non avvalersi della facoltà di non farlo. “L’assistito ha chiarito la sua posizione con molta tranquillità” hanno fatto sapere i due legali. Adesso si sta valutando il da farsi. La strada che sembra voglia percorrere la difesa è quella di adire il tribunale delle libertà relativamente alla sussitenza dell’esigenza cautelare.

© Riproduzione riservata 25 Luglio 2017