aggiornato il 06/04/2017 alle 7:30 da

Futur-e: al via il percorso per dare nuova vita alla centrale Enel di Bari

centrale BariDALLA PUGLIA – Trasformare la dismissione di un impianto in un’occasione di sviluppo per il territorio attraverso un percorso virtuoso per individuare proposte innovative e sostenibili: è la sfida lanciata da Enel per la ex centrale elettrica di Bari, protagonista di un “Concorso di progetti” presentato oggi da Giuseppe Molina, Responsabile Generazione Termoelettrica Italia di Enel, con la partecipazione di Carla Tedesco, Assessore all’Urbanistica e Politiche del Territorio del Comune di Bari, Anna Maria Curcuruto, Assessore a Pianificazione Territoriale e Urbanistica della Regione Puglia, Domenico Laforgia, responsabile Dipartimento Sviluppo Economico della Regione Puglia, Eugenio Di Sciascio, Magnifico Rettore del Politecnico di Bari, Domenico Favuzzi, presidente di Confindustria Puglia.

La centrale, che ha prodotto il suo ultimo chilowattora nel 2013, è uno dei 23 impianti per i quali l’azienda ha lanciato “Futur-e”, un programma per riqualificare, insieme alle comunità locali, i siti delle centrali termoelettriche che hanno concluso o stanno per concludere il loro ruolo nel sistema energetico nazionale. Il settore energetico è profondamente cambiato, a causa della riduzione dei consumi, della crescita delle rinnovabili e dello sviluppo e della diffusione dei soluzioni efficienti. Enel conferma il suo ruolo di protagonista nella transizione verso un modello sempre più sostenibile, accompagnando le centrali verso nuovi e diversi utilizzi per generare valore condiviso, secondo principi di “economia circolare”.

Il “concorso di progetti”, procedura già adottata per altri 5 siti sul territorio nazionale e ora applicata per la prima volta per su un impianto inserito nel tessuto urbano, si articola in più fasi: a partire dal 3 Aprile verrà pubblicato sul sito www.futur-e.enel.it l’Avviso che indicherà le condizioni per presentare “manifestazioni di interesse” per l’area. Accertato il possesso dei requisiti previsti, si aprirà la seconda fase della procedura, che prevede l’invio di Proposte Progettuali per la riqualificazione dell’area, comprensive di Offerte Vincolanti per l’acquisizione del sito. La valutazione delle proposte sarà affidata ad una commissione tecnica formata da rappresentanti di Comune e Regione, Politecnico di Bari, Politecnico di Milano ed Enel, che verificherà l’idoneità delle soluzioni presentate, con particolare attenzione alle esigenze della comunità locale, già sondate anche per mezzo di un mirato piano di ascolto, e a specifici requisiti di qualità della proposta, innovazione e sostenibilità sociale, ambientale e finanziaria, e applicazione dei principi di economia circolare. Solo le proposte che risponderanno a tali requisiti di sostenibilità accederanno alla fase finale del percorso, finalizzata a individuare il progetto definitivo per il sito.

“La strada del Concorso di progetti permette di coniugare il futuro dei siti delle nostre centrali in dismissione con le esigenze dei territori che li ospitano – ha commentato Giuseppe Molina – Il percorso permette di individuare proposte concrete e di selezionarle, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dando voce alle comunità locali attraverso il coinvolgimento delle istituzioni. Il tutto partendo dai punti cardine della visione Open Power di Enel: ascolto e condivisione per generare valore condiviso tra aziende e territorio”.

Storia della centrale

La Centrale di Bari si trova a ovest della città, all’interno nell’area industriale. Fu realizzata alla fine degli anni ’50 dalla SGPE (Società Generale Pugliese di Elettricità) per la produzione di energia elettrica di base, con investimenti della Cassa del Mezzogiorno. Dopo il primo decreto di autorizzazione del 4 agosto 1955, vennero costruite la Sezione 1, in servizio dal luglio 1958, e la Sezione 2, in servizio da gennaio 1959. Successivamente, in virtù del Decreto Interministeriale 63 del 18 gennaio 1957, venne costruita la Sezione 3, che entrò in servizio nel novembre del 1959.

L’impianto è stato costruito per la produzione di energia elettrica da combustibili tradizionali; dopo i primi anni di alimentazione a carbone, sono stati utilizzati esclusivamente combustibile liquido e gas naturale. Dal 2008 in poi è stato utilizzato solo gas naturale. La centrale si compone di 3 sezioni da 68,5 MW ciascuna e si estende per circa 8 ettari, comprendendo 3 serbatoi un tempo utilizzati per deposito oli combustibili: due da 7500 m3 e uno da 20.000 m3, con relativi bacini di contenimento. Il metano viene invece veniva prelevato dal metanodotto di proprietà della SNAM mediante una stazione di decompressione.

È stata l’unica centrale Enel rimasta sempre in esercizio durante il black out nazionale del 28 settembre 2003: per l’impianto, in servizio con un solo gruppo, fu possibile evitare il blocco e fu utilizzato per alimentare progressivamente le centrali fuori servizio, accompagnando il rientro in produzione e la riaccensione della rete elettrica. Negli anni più recenti la produzione ha registrato un calo progressivo, restando tuttavia disponibile con una sezione in funzione di riserva energetica su richiesta del Gestore della Rete fino al 2013, anno in cui Enel ha inviato al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare il piano di dismissione. Nel 2014 il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato la definitiva uscita dall’esercizio della centrale.

© Riproduzione riservata 06 Aprile 2017