GIOIA – Volevano uccidere il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo. Serviva a questo scopo il tritolo sequestrato qualche giorno fa sotto un albero, di fronte al cancello della tenuta del boss gioiese, dedito al traffico d’armi, Amilcare Monti Condesnitt, ora in carcere assieme ad altre quattro persone. A svelare il piano, la confessione di un collaboratore di giustizia della Sacra Corona Unita il quale, durante il suo periodo di detenzione, ha raccontato di essere entrato in contatto con esponenti della camorra che stavano progettando l’attentato contro il magistrato gioiese. A coordinare le indagini che hanno portato al rinvenimento dell’esplosivo, il procuratore antimafia barese Roberto Rossi che, oltre a Monti Condesnitt, ha fatto arrestare altre quattro persone, tutte gravemente indiziate di detenzione e porto di armi da sparo ed esplosivo. Nell’ambito di una più ampia attività investigativa della Squadra Mobile, infatti, a seguito di alcune perquisizioni domiciliari, sono stati rinvenuti, nelle immediate adiacenze della villa del boss gioiese, 550 grammi di tritolo e una pistola semiautomatica Tokarev calibro 7,62 completa di caricatore e munizioni.
La camorra voleva uccidere a Gioia il procuratore Colangelo
© Riproduzione riservata 11 Maggio 2016