GIOIA – E’ il 15 novembre la data entro cui si conosceranno le intenzioni del sindaco. Lui stesso ha confermato di aver protocollato le sue dimissioni già venerdì scorso, per cui è da quella data che decorrono i 20 giorni utili per cambiare eventualmente idea. Per farlo ha detto di aver bisogno di sapere di poter contare sulla sua maggioranza, seppur ormai risicata e che ad oggi conta nove persone (compreso lui) a fronte degli otto dall’altro lato dell’aula. L’uscita di Alessandro De Rosa e Giuseppe Zileni, gli intellettualmente onesti non avranno difficoltà a giudicarla del tutto preannunciata. Non un fulmine a ciel sereno come si è voluto far intendere, per altro addossando il motivo di tale gesto alle più fantasiose teorie nelle quali qualcuno ha anche pensato bene di far rientrare alcuni ex amministratori. Il sindaco al momento delle sue dimissioni ha pubblicamente detto: “Il motivo delle frizioni non era relativo a visioni diverse sulle possibili soluzioni agli innumerevoli problemi che stiamo affrontando ma alla questione legata a nomine di organi consiliari, già affrontata all’inizio del mandato ma sistematicamente riproposta, ed a potenziali rimpasti di Giunta. Quel gioco di ricatti sulle poltrone e sugli interessi particolari che appartengono ad un modo di fare politica che non ci appartiene, contro il quale abbiamo combattuto e dinanzi al quale non siamo stati disposti, né lo saremo, a chinare il capo scendendo a compromessi”. Se le cose stanno così vuole dire che la maggioranza covava una serpe in seno, la stessa che poi in aula risultava paradossalmente in linea con il resto del gruppo, senza fare il minimo accenno ai problemi che potevano esserci. Qualcosa non quadra, E’ evidente, e anche abbastanza risaputo, che in realtà i problemi e gli errori contestati da Zileni e De Rosa, lo siano stati anche da altri due consiglieri. Si mormora anche di una riunione in Solidarietà e Partecipazione di qualche giorno fa, in cui proprio questi consiglieri avrebbero puntato il dito con giunta e vicesindaco, colpevoli di non aver saputo ascoltare soprattutto le voci fuori dal coro. Un coro che sembra essere più nutrito di quello che le dimissioni prospettano. Se così fosse la verifica della fiducia appare doverosa.
Le dimissioni di Lucilla protocollate già venerdì. Entro il 15 novembre la fiducia
© Riproduzione riservata 29 Ottobre 2017