RUTIGLIANO – C’è qualcosa che unisce tutti i popoli e che può diventare occasione di incontro e di confronto: l’alimentazione. A chi non è capitato di intessere le migliori e più appassionate “chiacchiere” con sconosciuti sulle tradizioni culinarie e sulle specificità agroalimentari dei propri paesi? Perché, dunque, non partire dagli stili di vita benefici e dalla cultura alimentare dei paesi di provenienza degli immigrati per creare punti di contatto con gli abitanti dei nuovi paesi che li accolgono? E perché non spostare la “cucina” a scuola, dove fare attecchire la cultura dell’integrazione educando le nuove generazioni?
È quanto intende fare l’associazione Don Tonino Bello con il progetto “Diversamente Bio: l’Orto Multiculturale” a Rutigliano, un paese che negli ultimi anni sta assistendo ad un incremento del numero dei migranti e, parallelamente, delle nuove povertà. Finanziato dal Fondo Nazionale del Volontariato legge 266/91- Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Linee di indirizzo e Avviso n° 2/2016 (in Puglia è stato ammesso a finanziamento solo un altro progetto), l’intervento si sviluppa nell’ambito del sostegno e della promozione dei principi di pari opportunità e prevede azioni finalizzate alla prevenzione e al superamento di tutte le forme di discriminazione e di intolleranza.
Il progetto coinvolgerà gli alunni delle classi V del 2° Circolo Didattico “Aldo Moro” di Rutigliano, coi relativi genitori e docenti: momenti di didattica partecipata e di formazione si alterneranno a momenti di attività laboratoriale per la realizzazione dell’orto dell’integrazione. A conclusione delle attività, sarà organizzato un pranzo multiculturale, i cui protagonisti saranno tutti gli attori coinvolti nel progetto, che cureranno dall’allestimento della tavola alla condivisione delle ricette, dai racconti alla musica.
“Il nostro obiettivo – spiega Antonio Antonelli, presidente dell’associazione Don Tonino Bello – è di dirigere il cambiamento di una comunità che si trasforma in una società integrata dove la diversità è riconosciuta e condivisa”. Da anni l’Associazione garantisce accoglienza e ascolto alle persone in difficoltà economica e sociale, nonché inserimento socio-lavorativo. E lo fa soprattutto grazie alla rete creata con le altre associazioni ed enti, nonché condividendo con la cittadinanza obiettivi e mezzi. “È questa, anche, la forza del progetto dell’orto multiculturale – conclude Antonelli – Prima di avviare l’intervento scolastico, abbiamo interpellato tutta la cittadinanza per presentare la nostra iniziativa. Se vogliamo diffondere la cultura della condivisione, dobbiamo fare pratica di condivisione”