TURI – «Baresi si nasce» aveva scritto sul cappellino. E lui modestamente lo nacque, parafrasando Totò. Il merito è di papà Graziano e mamma Cristina, e anche della sorella maggiore Melissa, una famiglia a tinte biancorosse. Sabato scorso Giovanni Dell’Aera (il nome è quello del nonno, agente di polizia municipale in pensione proprio da qualche giorno) ha fatto il suo esordio in curva allo stadio di Chiavari (Genova) per la sfida tra Entella e Bari. Giovanni ha tre mesi, è nato il 27 novembre 2016 e non ricorderà nulla di questa esperienza. Ma da subito è sembrato a suo agio. Ed è diventato in pochissimo tempo la mascotte degli oltre cinquecento tifosi biancorossi che hanno raggiunto la città ligure per sostenere la rincorsa del Bari verso la serie A. Rincorsa interrotta da un Entella coriaceo che ha fatto valere la legge del campo amico e si è imposto per 2-0.
«Viviamo a Torino da qualche anno – racconta papà Graziano, carabiniere a Moncalieri – e quella di Chiavari mi sembrava la partita ideale per far respirare per la prima volta a Giovanni il profumo dello stadio». Un paio d’ore di macchina, un campo tranquillo e la speranza che il figlio erediti la passione del padre per i colori biancorossi. «Se nasci e cresci a Torino, non è facile tifare Bari. Noi vivremo qui ancora per qualche anno e mi auguro che Giovanni possa mantenere saldo il legame con le nostre radici. Io cercherò di trasmettergli questa passione, ma senza mai forzarlo».
Arrivati in curva a Chiavari, il piccolo Giovanni è stato l’attrazione di tutti i tifosi. «Sorrideva e tutti volevano farsi fotografare con lui. Non mi aspettavo che avrebbe vissuto così tranquillamente l’esordio in uno stadio e nel pieno di una tifoseria rumorosissima come quella del Bari. Ma lui sembra nato per stare in curva, probabilmente gli avrò trasmesso i miei geni» ride compiaciuto il giovane papà. Lui che aveva fatto il suo esordio al San Nicola quando aveva cinque anni. «Ricordo che era un Bari-Napoli. In quel momento scoppiò la scintilla e quando sono diventato più grande ho cominciato a seguire la squadra anche in trasferta. Vivere la curva è bello, conosci un sacco di gente, la ritrovi ogni settimana, condividi un pezzo di vita con un gruppo di “fratelli” e giri l’Italia. Cosa chiedere di più?». Magari qualche vittoria, visti gli ultimi anni di magra del Bari. «Certo, le vittorie sono sempre belle e il ricordo di Piacenza (l’ultima promozione in serie A con Antonio Conte in panchina nel 2009, ndr) è ancora indelebile, ma quando penso agli anni di crisi, con pochissima gente a sostenere il Bari, lo faccio con grande piacere. Eravamo in pochi, ma la sofferenza per i risultati negativi era benzina per il nostro affiatamento. In quel periodo sono nate bellissime amicizie. Poi, è inutile dirlo, la serie A ha il suo fascino e le trasferte sono straordinarie. Speriamo di tornarci presto».
Ora, però, è già tempo di programmare la prossima trasferta di Giovanni. Il calendario della serie B vedrà il Bari impegnato a Vercelli il 1º aprile. «Quella potrebbe essere una buona occasione». Giovanni avrà “già” quattro mesi.
Giovanni, a tre mesi la prima trasferta per il Bari
© Riproduzione riservata 11 Marzo 2017