aggiornato il 13/09/2024 alle 13:26 da

Una “nuova luce” per il Centrafrica

CASTELLANA – Interventi chirurgici di cataratta effettuati nella totale gratuità a Bangui, nella Repubblica del Centrafrica, da un’equipe di volontari guidata dal dott. Vito Primavera, grazie al progetto “Puglia-Bangui: una nuova luce per il Centrafrica”. Il progetto nasce per rispondere a una necessità della popolazione che, a causa del sole e di un’inadeguata alimentazione, sviluppa cataratte precoci. Un’iniziativa partita qualche mese fa dopo la richiesta, al Dipartimento della Salute della Regione Puglia, da parte di Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Laterza, Nunzio Apostolico in Centrafrica e Ciad. «Tutto il merito va a Vito Montanaro, delegando della sanità della Regione, e a Vito Primavera, che hanno risposto generosamente a un mio appello – spiega a Fax mons. Laterza. Non è esagerato qualificare la situazione umanitaria e sanitaria in Centrafrica come “catastrofica”. Manca del tutto l’accesso a un sistema sanitario statale e tutte le medicine, comprese quelle somministrate nei pochi ospedali pubblici, sono a carico dei pazienti. In ambito oftalmologico, poi, si registra un alto indice di casi di glaucoma e cataratte», sottolinea l’Ambasciatore del Papa. Immediata è stata la risposta affermativa del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che attraverso il dott. Montanaro, ha decretato l’assoluta disponibilità alla donazione di apparecchiature, strumentazioni e farmaci utili al raggiungimento dell’obiettivo prefissato: circa 300 interventi di cataratta su adulti e bambini. E così dal 23 agosto il dott. Primavera, dirigente dell’Unità Operatoria Oculistica dell’ospedale “Pirenei” di Altamura, ha voluto donare il suo tempo e la sua profonda esperienza per guidare un’equipe composta da tre medici oculisti, un anestesista, un’infermiera ferrista, un’ortottista e un ingegnere. «Abbiamo trovato una situazione a dir poco difficile – afferma il dott. Primavera. Si è resa necessaria la ricostruzione di sana pianta di una sala operatoria con tutti i requisiti per operare in sicurezza. Lavoriamo più di otto ore al giorno portando a termine circa 30 sedute operatorie, spesso di difficoltà superiore alla norma. A fronte di questo lavoro non indifferente, assistere al pianto di una bambina perché vede le forme distintamente per la prima volta, rimane un’esperienza che non ha eguali». Il progetto si concluderà a metà settembre e l’equipe di volontari farà ritorno in Italia mercoledì 18.

© Riproduzione riservata 13 Settembre 2024

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