CONVERSANO – Nel corso della prima tranche di regestazione da parte di Rosaria Colaleo e Mariarosaria Lippolis concernente la serie Processetti e capitoli matrimoniali di Conversano (1525-1865, buste 1-74, fascicoli 9624) dell’Archivio Diocesano di Conversano (ADC), all’interno di un documento datato 1625, fascic. 288 (attinente al matrimonio tra Ambrogio di Bernardino Lecce e Giovannella di Biagio Rutigliano), è stato rinvenuto un ‘reperto’ di grande interesse, specie per chi studia le pratiche di insegnamento della scrittura tra basso Medioevo e prima età Moderna.
Trattasi, infatti, di due carte purtroppo in un cattivo stato di conservazione che, sebbene reimpiegate per la stesura del processetto del 1625, si riferiscono chiaramente a un periodo precedente: ne è indice il fatto che la scrittura, disposta in senso contrario rispetto a quello con cui è stato redatto il documento ‘ufficiale’, è un’elegante, chiara e posata corsiva cancelleresca, tipica della fine del secolo XVI.
Con questo tipo di scrittura infatti è stata redatta un’epistola avente per oggetto il disbrigo di alcuni ‘affari’ nella città di Roma. Autore di questa lettera è Ludovico Curione (Curioni nel documento), il quale appone la sua firma al momento di congedarsi: in essa inoltre l’autore propone anche alcuni modelli calligrafici, trascrivendo ripetutamente alcune lettere alfabetiche come esemplari per i tirocinanti, allo stesso modo in cui ancor oggi s’insegna ai bambini nelle prime classi elementari al fine di ottenere una bella calligrafia.
Ludovico Curione (XVI sec.-1617) è stato un importante scrittore e calligrafo vaticano, autore di diversi trattati di scrittura (tra gli altri, di particolare rilevanza è l’opera La notomia delle cancellaresche corsive, et altre maniere di lettere di Lodovico Curione, in due libri, composti tra il 1586 e il 1588), nonché allievo prestigioso di quel Giovanni Francesco Cresci (fine XVI sec.- inizio XVII sec.), amanuense, copista, teorico e trattatista della scrittura che dal marzo 1556, con motu proprio di Paolo IV, entrò a far parte del personale della Biblioteca Vaticana.
Dunque anche il Curione, elencato nell’Idea dello stesso Cresci insieme ad altri eccellenti scrittori vaticani quali Gian Luigi Mercati, Luca Orfei, il più grande disegnatore d’epigrafi della Roma sistina, Salvatore Gagliardelli, Antonio Zanetti, Scipione Leone, Giovan Battista Landino, Cristoforo Liviziano ecc.., fornisce un importante contributo alla storia della scrittura: dalla cancelleresca, infatti, derivò la scrittura italiana, senza dimenticare che proprio da essa Aldo Manuzio desunse i suoi celebri caratteri corsivi. Dagli studi di settore risulta che l’Orfei, nel 1589, pubblicò un ottimo modello di scrittura cancelleresca mentre altrettanto importante è anche la raccolta, iniziata nel 1588, di esemplari di scrittura cancelleresca di Ludovico Curione, in cui tale scrittura prende un andamento di maggior disinvoltura e leggiadria.
Rosaria Colaleo del team ADC
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