Tante chiacchiere, pochi fatti. E nel frattempo i rutiglianesi continuano a trasferire la propria produzione agricola, alimentata da veleni e plastica, in una delle aree più suggestive del nostro territorio. O, almeno, di quelle rimaste suggestive. Dopo l’abbattimento di centinaia di alberi di ulivo in contrada Montecarretto dell’anno scorso alle parole della politica locale e regionale non sono seguiti i fatti. Niente, infatti, è stato fatto per portare avanti un progetto capace di tutelare il nostro territorio che ha ormai raggiunto con la presenza di tendoni il 25 per cento di superficie agricola utilizzabile. In assenza di un intervento che disciplini lo sviluppo delle nostre aree agricole rischiamo in pochi anni di ritrovarci di fronte ad una nuova Monteferraro anche nell’area di Montecarretto. Tra le cose più immediate che si potrebbero fare vi è senza dubbio il censimento degli alberi secolari. Un’attività che, almeno in una prima fase, servirebbe a puntellare le aree per consentire e approvare un piano condiviso con la Regione Puglia attraverso il quale tutelare e valorizzare i nostri campi. Certo, il censimento degli alberi e l’istituzione di una maggiore tutela delle piante secolari non garantisce le stesse dagli incendi che, misteriosamente, attaccano le piante sulle aree nelle quali si stanno per realizzare tendoni. Così come è successo per la quercia secolare che impediva la realizzazione di un unico tendone in contrada Montecarretto. La pianata fu lasciata tra l’erba secca ed ha preso misteriosamente “fuoco”. Nonostante il pericolo di un incendio fu denunciato da Fax qualche settimana prima, nessuno intervenne con ordinanze e controlli per prevenire che la quercia andasse in fumo. Una volta bruciata il tendone ha avuto campo libero. I tendoni e gli incendi sono, evidentemente, più veloci della burocrazia.
Tendoni, tante promesse e zero fatti
© Riproduzione riservata 26 Aprile 2022
Non ci sono commenti, di la tua qui sotto!