aggiornato il 24/06/2024 alle 15:19 da

Lascia il crimine e finisce in carcere

È stato uno dei protagonisti di una delle stagioni più calde della cronaca della nostra città, quella, per intenderci, nella quale si bruciavano auto quasi ogni notte e che animò la guerra tra due gruppi criminali locali, culminata con la sparatoria in Villa Garibaldi, nella quale rimase gravemente ferito il pluripregiudicato Nicola La Selva, ritenuto a capo dell’omonimo clan. Un sodalizio criminale che vedeva coinvolti numerosi ragazzini dell’epoca, alcuni dei quali erano ancora minorenni. Martedì scorso, uno dei ragazzini, ritenuto tra i più vicini alla famiglia di La Selva, molto vicino a uno dei figli oggi in carcere, è finito dietro le sbarre con una condanna definitiva. Una pena, o meglio un cumulo di pene, per una lunga lista di reati commessi tra il 2013 e il 2019. Gli anni, appunto, di quando lui e i suoi compagni giocavano a “Gomorra”. Un gioco per il quale la giustizia sta progressivamente presentando il conto a quasi tutti i protagonisti dell’epoca, molti dei quali sono già da tempo in carcere. E a nulla conta il fatto che, nel frattempo, ci si sia rifatta una vita. Come del resto è successo all’arrestato di questa settimana che, nel corso degli anni, ha messo su famiglia ed ha iniziato a “rigare dritto”. Il conto da pagare è pesante. Così come pesanti sono le azioni e le violazioni commesse, spesso per il solo piacere di ostentare una spavalderia che poi non ha portato a nulla. Come avvenne, per esempio, nel caso di un inseguimento di uno scooter da parte dei carabinieri sul cui sellino era seduto proprio l’uomo arrestato, all’epoca ragazzino. Un inseguimento con il quale sfidarono i carabinieri e che, secondo molti, fu determinato dal possesso di un’arma che non fu, però, mai ritrovata. Oltre a quella dell’uomo finito in carcere questa settimana, sono ancora numerose le posizioni in corso di definizione in numerosi procedimenti penali che vedono i protagonisti degli anni caldi alla sbarra. E presto dovrebbero arrivare a sentenza definitiva, come abbiamo visto questa settimana, non sempre a favore dell’imputato.

© Riproduzione riservata 24 Giugno 2024

Non ci sono commenti, di la tua qui sotto!


Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commento *
Nome
Email *
Sito web