aggiornato il 22/07/2024 alle 13:00 da

Tocca le bimbe, 4 anni di carcere

È stato condannato a quattro anni di carcere il ventisettenne conversanese protagonista di una serie di molestie sessuali consumati ai danni di ragazzine minorenni. Il Tribunale di Bari si è espresso con una prima sentenza lo scorso 4 luglio infliggendo, appunto, la condanna di quattro anni. Una pena ridotta grazie al rito abbreviato scelto dall’imputato, ma che non chiude i conti con la giustizia visto che, stando ad alcune indiscrezioni vi sarebbero altri fascicoli sul tavolo della Caserma che riguarderebbero le attenzioni del giovane per le ragazzine. Il procedimento che ha portato alla condanna ha avuto come oggetto un solo caso di molestie che, in particolare avrebbe avuto come vittima un’alunna della scuola media. Ma è solo uno dei filoni per i quali sarebbe finita sotto la lente di ingrandimento la vita del ventisettenne che ha, peraltro, precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti. Le giovani vittime venivano adescate sui social network, Instagram o TikTok, dove il molestatore si muoveva come uno squalo in cerca delle proprie prede e, senza farsi alcuno scrupolo chiedeva amicizia alle minorenni. Da lì iniziava a chattare del più e del meno, fino a quando non si faceva avere il contatto WhatsApp. Da quel momento le cose si facevano più serie ed il ventisettenne iniziava a mandare immagini pornografiche e dei video che lo riprendevano mentre era impegnato in momenti di autoerotismo. Immagini che venivano accompagnate da lusinghe ed inviti ad uscire. Inviti che, talvolta, qualcuna delle ragazzine ha accettato, finendo così nella tela tessuta dal molestatore. Le ragazzine, finivano in un gioco più grande di loro nel quale, disorientate ed impreparate, sono cadute mani e piedi. I video che lo ritraevano nudo venivano poi accompagnati da inviti e considerazioni che definire “allucinanti” è poco. Un mondo perverso, quello del giovane, nel quale non c’era spazio per il rispetto per le ragazzine che venivano molestate fisicamente e psicologicamente. Il caso è esploso grazie alla bravura di una mamma. La prima che, assieme al marito, ha denunciato il ventisettenne. La signora ha notato dal registro elettronico che sua figlia un giorno non era andata a scuola. Da lì ha cercato di capire dove avesse trascorso la mattinata grazie ad un’App installata sul cellulare della figlia. Ma si è accorta che la App era stata disattivata. Ma la mamma non si è arresa ed ha iniziato ad indagare tra le amiche e le mamme delle amiche. Ha così scoperto che nei corridoi della scuola si diceva che la figlia frequentava un giovane molto più grande di lei conosciuto su Instagram. Da quel momento ha messo sotto pressione la figlia che, alla fine, ha parlato liberandosi di un peso enorme. E così pezzo dopo pezzo il puzzle è stato ricomposto, grazie anche all’impegno dei carabinieri della stazione di Conversano che hanno seguito con particolare attenzione il caso.Nel corso delle attività investigative sono stati ricostruiti in maniera dettagliata gli incontri che il molestatore aveva con le ragazzine. Incontri che soprattutto grazie alla fragilità, tipica dell’età delle vittime, è riuscito ad ottenere con ragazzine che ha frequentato fino a portarle in un locale nella sua disponibilità dove il conversanese ha consumato atti di libidine e di molestie ai danni delle piccole vittime. Molestie fisiche ma anche una violenza psicologica che ha portato ad un serio turbamento delle ragazzine che grazie all’attenzione delle famiglie sono riuscite ad affrontare un momento particolarmente difficile. La vicenda impone una riflessione ad i genitori che devono essere sempre più attenti alla vita dei propri figli, fermandosi sui dettagli e consolidando il dialogo con i ragazzi. Resta sempre valida la raccomandazione delle forze dell’ordine a denunciare qualunque situazione simile. In questo caso è probabile che vi siano state altre ragazzine molestate dal giovane. È bene che questi casi vangano fuori, anche per avere giustizia. L’esperienza insegna, in questo caso, che le istituzioni sono al fianco delle vittime fornendo loro tutti gli strumenti per potersi tutelare e difendere.

© Riproduzione riservata 22 Luglio 2024

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