aggiornato il 16/12/2012 alle 6:56 da

Lotte tra “Compagni” (II)

A marzo del 1956 una forte ed inconsueta nevicata aveva impedito il lavoro nei campi a contadini e braccianti mettendoli in seria difficoltà. Contrariamente alle indicazioni degli organi della CGIL e della Federazione di Bari, i dirigenti comunisti di Conversano organizzarono l’occupazione del Municipio per protestare contro il ritardo nella riscossione dei sussidi di disoccupazione. Si risolse in un bivacco di poche persone per le scale. La scarsa partecipazione e il pronto intervento della forza pubblica impedì il blocco delle attività del Comune. Furono rinviati a giudizio con l’accusa di adunata sediziosa e difesi d’ufficio dall’avv. Giuseppe Ferrari, monarchico. Tutti assolti tranne uno che aveva bestemmiato contro i morti di un carabiniere.

Sopraggiunsero, problemi amministrativi che coinvolsero il segretario della CGIL di Conversano. Macchie di inchiostro cadute accidentalmente sul giornale cassa non consentivano il controllo degli incassi sul tesseramento. Il posto rimase vacante. La successione a questo incarico retribuito vedeva sul piede di guerra Peppino Teofilo, Giuseppina L’Abbate (segretaria di sezione nel 1954) e, non ultimo, Domenico Bolognino. La spuntò quest’ultimo. Teofilo passò al PSDI collaboratore di Di Giesi. La lotta tra Bolognino e la L’Abbate fu aspra. Ebbe come conseguenze l’esautorazione della L’Abbate dalla segreteria e l’abbandono definitivo del problema della condizione femminile mal tollerato dai maggiorenti del Pci di Conversano. E, colmo della beffa, la L’Abbate non solo non venne inclusa nella lista alle amministrative del 1956, ma in sua vece fu presentato il suo acerrimo nemico Luigi Guglielmi.

I risultati elettorali delle elezioni furono conseguenti: le  amministrative del 1952 avevano visto il 22,1% per il PCI; nelle Politiche del 1953 ebbero un significativo 26,5% (Dato nazionale 22,7%). Alle amministrative del 1956 raccattarono un misero 17,3% (Dato nazionale 22,8). Perso il 25% rispetto al 1952.

Giuseppina L’Abbate, prima femminista di Conversano, si era spesa, a prezzo di grossi pericoli e con la reputazione compromessa per una giusta causa. La discriminazione delle donne lavoratrici, sottopagate e licenziate se incinte. Dovette subire aggressioni da parte di sconsiderati incappucciati quando, la sera, dopo le attività politiche si ritirava a casa, fuori mano, nel quartiere Madonna della Stella. I benpensanti ritenevano che le donne in politica fossero delle… p. Diciamo delle poco di buono.

Ebbe così termine, a quarantotto anni, la sua poco gratificante esperienza politica. Allontanata e dimenticata dai compagni. In gravi ristrettezze economiche. I tempi daranno ragione a Giuseppina.      

© Riproduzione riservata 16 Dicembre 2012

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