GIOIA – “Poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli, poi ti volti e non sai ancora dire e taci meravigliata e allora diventi grande come la terra e innalzi il tuo canto d’amore”: la poetessa Alda Merini ha dedicato tali parole “A tutte le donne”. Alla figura della donna, alla sua meravigliosa complessità è stato dedicato l’incontro, svoltosi mercoledì 25 luglio presso il chiostro Comunale, dal titolo “Donne e tempi di conciliazione fra vita e passioni”. Un incontro che ha messo assieme donne impegnate in vari settori per discutere sul tempo e tempi della vita fra lavoro, famiglia, passioni, impegno. Un’occasione, sapientemente gestita dall’assessore alla cultura Piera De Giorgi per sottolineare come la donna sia la somma e la sovrapposizione di tante identità. “Vi è una differenza importante fra tempo biologico e tempo biografico- ha spiegato Bianca Pepe, esperta in conciliazione vita-lavoro- e bisogna puntare all’equilibrio. Per capire bene la situazione occorre fare un passo indietro e riflettere sul confronto fra due generazioni: le madri degli anni ’70 e le loro figlie, ad oggi giovani donne. Questo lasso di tempo è significativo perché è il periodo delle prime conquiste come la legge sull’aborto, la massima scolarizzazione e presenza delle donne negli ambiti lavorativi. Le mamme degli anni ’70 sono state le prime a doversi confrontare con la difficoltà di conciliare vita privata, famiglia e lavoro. Il doversi dividere fra il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla famiglia è la caratteristica comune fra le due generazioni”.
“Una ricerca ha mostrato- ha affermato Nunzia Rinaldi- che le donne soddisfatte e con una maggiore autostima sono quelle che riescono a realizzarsi sia in ambito lavorativo che all’interno della propria famiglia. Ovviamente per poterlo fare esse tengono conto di quelle che sono le risorse interne, come la loro capacità di gestire più fronti, ma anche i supporti esterni, come la divisione dei compiti nella coppia”. I vari interventi sono stati “scanditi” da letture, per lo più tratte dalla poesia e letteratura russa come ha spiegato in modo esauriente la professoressa Irene Martino, interpretate da Titti Antonicelli e Cristina Ferrulli. Non è mancato, inoltre, l’apporto dell’associazione di Conversano “Sud Est Donne”.
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