GIOIA – Si torna a lavorare nel cantiere dell’area dell’ex arena Castellano. Giovedì mattina infatti il Corpo Forestale dello Stato ha notificato l’atto di dissequestro dell’intera area. I sigilli erano stati disposti lo scorso 20 settembre. Sono bastate poco più di due settimane agli avvocati Giovanni Paolo Castellaneta e Fabrizio Lofoco, legali dei tre indagati appartenenti alla famiglia Castellano, per poter chiarire alcuni aspetti sulla vicenda. A loro infatti la Procura aveva contestato il concorso nel rilascio di false dichiarazioni rese ai tecnici comunali di Gioia, dichiarazioni mendaci che poi a loro volta avrebbero indotto in errore lo stesso ufficio tecnico nelle procedure di concessione del permesso a costruire. Il perché è presto detto. L’accusa ha sostenuto che la famiglia Castellano avesse mentito nel momento in cui dichiarava che i manufatti prima esistenti sull’area fossero antecedenti al 1942, anno in cui fu introdotta la previsione del rilascio della concessione edilizia nei perimetri urbani sino ad allora non ancora espressamente contemplata dalle legge. Due settimane dopo o poco più è stato il tempo necessario allo stesso Pubblico Ministero Renato Nitti che aveva ordinato il sequestro dell’area, a disporne il dissequestro dopo aver accertato l’inconsistenza delle accuse. Questo sta a significare che il manufatto prima esistente sull’area era effettivamente antecedente al 1942. Esprimono soddisfazione i due legali Castellaneta e Lofoco per un risultato ottenuto in tempi da record. Soddisfatto anche l’avvocato Francesco Leo, legale dell’impresa Tecnocostruzioni impegnata nella realizzazione dell’immobile su quell’area e costretta ad uno stop forzato dei lavori. “Tutti gli operai – spiega – sono tornati a lavoro con la massima sollecitudine”.
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