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La dolce poesia di Anna De Stefano a Spazio Uno Tre

anna-elena-de-stefanoGIOIA –  I sorrisi, gli sguardi, la palla che rimbalza se lanciata contro il muro, in un gioco continuo. E’ dolce la poesia di Anna Elena De Stefano, ricorda spesso l’infanzia e il suo instancabile ottimismo, caratterizzato da quell’atteggiamento stoico e quella capacità, che purtroppo col tempo viene meno, di vivere il reale come solo i bambini sanno fare.

Una bambina, una palla, un muro”, la funzione consolatoria del muro, nella speranza che il domani sia migliore. “Mi rivedo bambina nell’estate che si tinge di autunno”: il tempo si fa protagonista nei versi di Anna.

Il suo atteggiamento– ha spiegato il docente e poeta Giacomo Leronni- è raro a trovarsi, si colora di pudore e discrezione. Nonostante scriva da venti anni è la prima volta che sceglie di esporsi davanti ad un pubblico, mostrando un tipo di scrittura data da una maturazione compiuta. Si fa portavoce del mondo passato, che rivive nei suoi versi, attraverso i quali ci narra di affetti familiari, amicizie e del rapporto con la divinità.” Toccanti, di una bellezza disarmante, i versi dedicati ai figli, fra cui quelli al piccolo Gabriele, che la madre chiama maestro di giovinezza e spontaneità. “Ti guardo e ti perdo, di te mai sazia…Il tuo sorriso mi insegna lo stupore”.

La profondità si lascia accompagnare dalle note del piano, suonato dal bravo Giuseppe Zeverino, e dai disegni, tocchi di classe ed eleganza, di Deborah Angelillo.

 

 

Nadia Pavoncelli

© Riproduzione riservata 07 Novembre 2010

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