GIOIA – Il sindaco stacca la spina alla sua maggioranza in agonia. E così mette fine alla prima amministrazione targata Piero Longo. Le dimissioni arrivano al termine di un lungo periodo di crisi della sua maggioranza e al termine di un consiglio comunale in cui è apparso evidente sin da subito che i numeri non li avesse per approvare gli equilibri di bilancio. I dissidenti o gli oppositori che dir si voglia sono passati da due a quattro. La logica dei numeri non ha così dato scampo. In apertura di seduta c’è stato un vano tentativo di recuperare la situazione rendendo pubblici i nomi della nuova giunta: Giuseppe Gallo, Isacco Isdraele, Natalia Farella, Franco Capurso e Beppe Berardi. Un gesto che avrebbe voluto, a detta di Piero Longo, dare il segno di un cambiamento forte e la percezione che a fine mandato si sarebbe potuti arrivare. Ma tutto è fallito miseramente ancor prima che tutti e cinque potessero firmare il mandato di nomina. Scherzi della politica che poi ha dovuto affrontare la questione cimitero. E lo ha fatto sviscerando l’argomento tra sospensioni e argomentazioni più o meno fomentate dalla nutrita presenza in aula del pubblico. Quel pubblico che prima ha atteso di poter sapere “che devono fare del cimitero” e poi avendo percepito che la maggioranza era già con un piede nella fossa ha voluto assistere alla sua fine. Così dopo la votazione del punto sul cimitero e il successivo rapido disbrigo di quella sul conto consuntivo del 2010 è stato l’inizio della fine. Lo scenario politico vedeva il consigliere del “Pdl” ormai seduto tra i banchi dell’opposizione così come Mauro Mastrovito. Leonardo Dongiovanni ormai fuori dal gruppo di maggioranza e infine con la new entry Giuseppe Tuccillo anch’egli non in gradi di assicurare il suo voto agli equilibri di bilancio. La maggioranza è stata così messa in minoranza. Vano il tentativo di provare a “recuperare” qualcuno. E così quando ci si è resi conto che la situazione era irremovibile si è rientrati in aula dopo una lunga sospensione pronti e preparati al peggio. La tensione era alta e non sono mancati neanche interventi da parte delle forze dell’ordine. La seduta riprende: si approvano alcune variazioni di bilancio e poi si passa al riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio. Il primo scorre via tranquillamente ma al secondo Mauro Mastrovito abbandona l’aula. Si vota: dieci voti favorevoli, undici contrari, un astenuto (Tuccilllo) la mozione è respinta. E’ la fine. Il sindaco non può far altro che prendere atto della cosa e dimettersi. Venti giorni il tempo a sua disposizione per ritirare tutto ma non sembra intenzionato a farlo. Gioia aspetta così il commissario.
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