GIOIA – Così Longo scrive la parola fine alla sua prima esperienza alla guida della città. Lo fa entrando in aula dopo essersi reso conto di quanto fosse inutile accanirsi su una maggioranza ormai inesistente. Lo fa attraverso un discorso che non sembra lasciare margini di ripensamenti. Lo fa senza risparmiare nessuno, compresi i suoi stessi consiglieri “ballerini” e quei dipendenti comunali che “lavorano contro”. Ma lo fa soprattutto dando il via alla campagna elettorale delle prossime comunali in cui già disegna gli scenari, intravedendosi contrapposto all’ormai rivale di sempre Sergio Povia. “Vi piace vincere facile e siete abituati a farlo- dice nell’esordio del suo discorso e prosegue– lo avete fatto con Mastrovito e state cercando anche ora di vincere facile con l’inganno ed è giusto che il popolo sappia. Tre consiglieri si mettono d’accordo e tradiscono la volontà di 11mila elettori. In questi anni Sergio Povia è stato uno dei più bravi consiglieri. Si è distinto per l’ostruzionismo e con questo modo di fare vincerà facile questa battaglia ma avremo comunque modo di riconfrontarci. Quello che penso in un momento in cui si parla di fallimento della politica è quanto sarebbe bello se tutti i consiglieri decidessero invece di non ricandidarsi per lasciare posto a quei giovani che sono nei partiti. Io lancio questa proposta a tutti e ventuno: abbiamo fallito non ricandidiamoci”. Ma è evidente che questa è e rimane solo una provocazione. Poi il discorso prosegue e si arriva al dunque: “ Voglio dire a chi mi ha invitato alle dimissioni già da tempo che non l’ho voluto fare per non aprire il mercato e poi ritirarle. Le dimissioni non vanno usate per ricomporre un’amministrazione. Io vengo da una scuola politica che si basa sugli ideali. E per questo da domani sarò impegnato in una campagna elettorale porta a porta, citofono per citofono per spiegare perché il cambiamento non è stato voluto e perché la gente si è prestata a questo gioco. Molto è stato fatto. Molto altro ci è stato bloccato da chi ha deciso di non decidere. Ho fatto degli errori ma solo chi non fa non sbaglia. Mi assumo la responsabilità di questi errori. Ma una cosa va detta sull’apparato di questo comune dove c’è gente che lavora, gente che non lavora e altra che lavora contro e anche per colpa di questi chi fa politica viene indotto in errore. E oggi a tre anni e mezzo dalla mia elezione l’unica persona a cui devo chiedere scusa è mia figlia per il tempo che le ho sacrificato. Oggi invece – questo uno dei passaggi conclusivi del suo discorso – ho preferito prima godere dello spettacolo e poi venire qui in aula e guardarvi in faccia uno ad uno. Mi ha ferito chi ha parlato di un mio attaccamento alla poltrona. Ho cercato di evitare le dimissioni solo per evitare l’arrivo di un commissario. Ma a questo punto prendo atto che quel cambiamento non è possibile e rassegno le mie dimissioni”.
Longo: “tre consiglieri hanno tradito la volontà di 11mila elettori”
© Riproduzione riservata 21 Ottobre 2011
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