Mola ha la fortuna di avere tra i suoi cittadini una coppia di apicoltori per passione: docente lei, Vigile del Fuoco lui, i due si prendono cura delle api da più di dieci anni. Stiamo parlando di Mariella e Gianni Avelluto. Fax in occasione della giornata mondiale delle Api, che si è vissuta lo scorso 20 maggio, ha deciso di intervistarli, per promuovere la conoscenza di questo insetto, che pochi sanno essere un importante indicatore dello stato di salute dell’ambiente. Come da tempo sta facendo, Fax cerca di soffermarsi su alcuni punti chiave dell’Agenda 2030, cercando di condividere con i suoi lettori elementi di conoscenza, per rendere questa nostra città più sostenibile. Considerato che le difficoltà delle api sono un pericolo grave per la biodiversità e visto che quelle domestiche e quelle selvatiche sono responsabili del 70% della riproduzione di tutte le specie vegetali, abbiamo voluto porre qualche domanda all’apicoltrice Mariella Brunetti, che ama e ha cura del mondo di questi straordinari insetti.
Una professionista del settore, Ufficialmente iscritta all’anagrafe apistica dal 2017.
Com’è nata in lei la passione per le api?
“Le passioni nascono insieme alla propria anima secondo me, e si accendono se si asseconda il proprio essere. Da che ho memoria del mio passato, ho sempre gustato intensamente del profumo dei fiori e della magnificenza degli alberi. Il passaggio dai fiori e gli alberi alle api è stato spontaneo e impercettibile.
Ho sentito che diceva di essere “ospitata” con le sue api in giardini o campi privati, ci spiega che significa?
“Innanzitutto, vorrei precisare che non sono io ad essere ospitata, ma sono le api a ricevere ospitalità. Per questo ” ospitare le api” è una azione significativa. Chi ospita le api, a loro dire, gode della gioia di vederle operose, gode del profumo degli alveari e del lavoro di impollinazione gratuito offerto dalle api stesse, e perché no, di qualche vasetto di miele genuino a km zero. Insomma, lo scambio è reciproco e arricchente.
È davvero così difficile a Mola che le api possano vivere in spazi sicuri?
“Purtroppo, in questa epoca di antropizzazione estrema di ogni angolo vivibile da parte dell’uomo (anche le campagne lo sono) non ci sono aree naturali sicure per questi importantissimi insetti. In natura nel nostro territorio ci sono pochissime possibilità di sopravvivenza per loro. Pertanto, ho necessità di cercare luoghi sani e sicuri ed anche persone attente che vogliano prestarsi ad ospitarle.
E lei non ha un fazzoletto di terra sul quale praticare questa meravigliosa attività?
“Io, pur avendo a disposizione un mandorleto incolto, oasi di ogni bellezza, ma circondato da vigneti da tavola, devo cercare rifugio e riparo in angoletti di persone generose lontane dalla produzione intensiva in particolare dell’uva da tavola.
Qual è la funzione ambientale delle api?
“La funzione ambientale delle api è l’impollinazione. Molti contadini mi hanno raccontato della notevole differenza nella produttività dei loro frutteti per esempio, a condizione che i frutteti, però, non fossero stati trattati chimicamente durante la fioritura. Molti non sanno, infatti, che l’impollinazione risulta pressoché impossibile, laddove ci si accanisce” a proteggere” la fioritura con repellenti agli insetti, sistemici alla pianta. Con questa presunta ” protezione” due sono gli effetti catastrofici. Il primo è che l’ape muore di fame pur essendoci il massimo della fioritura; il secondo è che l’impollinazione non potrà avvenire mai e poi mai. La naturale conseguenza è la scarsità di produttività. Penso ai ciliegi in fiore. Un secondo effetto ambientale è che le api possono anche essere ” utilizzate” come bioindicatori della salubrità dell’aria e del territorio.
Perché le difficoltà delle api sono un pericolo grave per la biodiversità?
“Senza impollinazione niente frutto. L’uomo può pensare di sostituirsi alla natura con l’impollinazione artificiale, come già sta accadendo in alcune aree del pianeta, ma continuamente ignora quanto irripetibile sia la perfezione degli ” ecosistemi” naturali e delle “azioni “della natura
A cosa può essere attribuita la morte in quantità massicce di questi operosi insetti?
“Mi è capitato di aver portato le mie famiglie di api in luoghi bellissimi, ma mortiferi. La morte massiccia è dovuta all’uso costante di insetticidi. I contadini utilizzano il diserbante anche sui muretti dei campi, per sterminare ogni pianta selvatica e continuano con ogni sorta di farmaco agricolo mortifero.
La morte delle api cosa ci permette di comprendere a beneficio dell’ambiente in cui viviamo?
Le api e tutti gli insetti impollinatori sono allo stremo delle loro forze. Il ritmo assunto è quello che ci porterà all’estinzione di una miriade di insetti buoni. Questa è una denuncia affinché si assuma consapevolezza della pericolosità del proprio agire.
E relativamente alla salute di noi umani?
“Gli effetti devastanti sugli insetti che hanno dimensioni ridotte, ci sono anche sull’uomo che ne percepisce le conseguenze in un arco di tempo più lungo.
Cosa si può fare?
“Ridurre al minimo l’utilizzo di simili sostanze. Informarsi sulla tossicità e sulla pericolosità del prodotto. Cercare strumenti alternativi. Quindi, convertire la propria produzione da convenzionale in biologica, che è l’unica a concretizzarsi realmente nella prevenzione.
Che tipo di campagna informativa potrebbe essere promossa, a suo avviso, per sensibilizzare l’opinione pubblica?
“È assolutamente necessario Promuovere la conoscenza. Durante i corsi che io stessa vengo chiamata a tenere nelle scuole, sono solita invitare chiunque in apiario per vivere l’esperienza dell’apicoltura e ad assaggiare il miele, prodotto dalle api nel nostro territorio.
Ritiene ci sia una responsabilità sociale, attribuibile a questo fenomeno?
Cosa fa lei, concretamente, per cambiare questa situazione? io cerco a modo mio di agire: Promuovo la conoscenza, anche attraverso corsi nelle scuole. Mi sono resa conto che in tanti ascoltano i notiziari ma non sanno che la notizia sulle api è drammaticamente una realtà vissuta anche da loro e da tutti. Sul nostro territorio i contadini sono tristemente sorpresi e sconcertati dal danno arrecato. Spesso non sanno. Invito chiunque in apiario a vivere l’esperienza dell’apicoltura e ad assaggiare il miele prodotto dalle api nel nostro territorio
Cosa desidererebbe venisse fatto da parte di Istituzioni e di Enti preposti, per avere un ambiente sostenibile anche per le famiglie delle api?
“Sarebbe bello che le istituzioni facessero delle api il loro strumento di controllo della qualità del territorio. Mi piacerebbe che permettessero la realizzazione di apicoltura urbana e di conseguenza la piantumazione di piante autoctone ” amiche ” delle api. In Italia esiste un circuito di paesi che partecipano ad un progetto di questo tipo. Sarebbe bello se succedesse anche a Mola. Mi sto impegnando per questo. Tutti ne godremmo.
Il ruolo insostituibile svolto da questo insetto è confermato da Albert Einstein che sosteneva che: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
Non ci sono commenti, di la tua qui sotto!