AGGIORNAMENTO – La Capitaneria di Porto di Monopoli conferma che la medusa avvistata nel Porto Vecchio sia della specie “carybdea marsupialis”, ovvero la cosiddetta “cubo medusa” o “vespa del mare” o “medusa dal marsupio”. Il frame del video registrato da Antonio Livrieri è stato visionato dal comandante del locale Circomare, TV (CP) Salvatore De Crescenzo, avvalsosi della consulenza del dott. Pasquale Salvemini del Centro WWF di Molfetta: “Sembrerebbe trattarsi proprio di una carybdea marsupialis -ha dichiarato- unica specie presente nel Mediterraneo, fortemente velenosa, arrivata da altre regioni geografiche viaggiando nelle acque di zavorra delle navi e stabilendosi nei nostri mari, in un area molto lontana dai luoghi di provenienza. Di queste tipologie di meduse -aggiunge- sempre più frequenti nei mari del nostro Paese, ne sono state avvistate diverse sia nel basso-medio Adriatico che nel basso Tirreno”. Il Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo rassicura la cittadinanza, invitando soprattutto gli operatori portuali alla prudenza: “In considerazione del periodo non prossimo alla balneazione non ravvedo pericoli evidenti per la pubblica incolumità. La sua pericolosità si limita ai pescatori. In ogni caso, qualora si fosse punti da tale medusa, nell’immediato è consigliato utilizzare acqua o molto calda o molto fredda da mettere sulla parte urticante. Ovviamente la temperatura dell’acqua non deve dar luogo ad ustioni”.
MONOPOLI – Gli appassionati di cinema ricorderanno la scena del film “Sette anime” con Will Smith in cui il protagonista decide di farla finita rovesciando una cubo medusa nella vasca. Ebbene, una “cubo medusa” o “vespa del mare” ha sovrastato il mare monopolitano. Un video, realizzato dall’appassionato foto-video reporter Antonio Livrieri, girato alle ore 18.25 di mercoledì, al Porto Vecchio di Monopoli, testimonia la presenza in ambito portuale della rara medusa, appartenente al phylum dei Cnidari ed alla classe dei Cubozoi. In barba all’incanto del corpo semi-trasparente, dell’ombrella a forma di cubo, dei quattro lunghi tentacoli e dell’incedere sinuoso, la “Medusa dal Marsupio” (Carybdea Marsupialis) è annoverata tra le meduse più piccole oggi esistenti ma anche tra le più urticanti e pericolose. Si tratterebbe di un’assidua frequentatrice delle acque tropicali dell’Australia settentrionale, sempre più diffusa nel Mediterraneo, attratta dalla luce che la spinge ad avvicinarsi alle coste durante la notte, anche se raramente verrebbe portata in superficie dalle correnti. Le sue ferite -si apprende da National Geographic- si dice siano molto dolorose sebbene il suo veleno non sia propriamente mortale. E’ l’attività dei tentacoli ad inserirla, tuttavia, tra le specie marine “killer”, più degli squali bianchi, attribuendole circa 70 morti l’anno. Nei tentacoli, infatti, che sono distribuite le cnidocisti, ovvero le cellule urticanti che arriverebbero a procurare in chi ne venisse a contatto shock anafilattico, spasmi muscolari, paralisi respiratoria e arresto cardiaco. La temibile “vespa del mare” è stata immortalata in ambito portuale, dall’occhio attento di Antonio Livrieri, ex conducente di scuolabus in attesa di nuova occupazione, proprio mentre transitava vicino la cima di un natante ancorato al porto vecchio.
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