Giuseppe Deleonibus ha passato la sua vita a fare divulgazione sull’importanza della tutela dell’ambiente e sul bisogno di una crescita sostenibile. Le sue battaglie contro le trivellazioni al largo delle nostre coste, il suo impegno in politica e il suo lavoro di esperto lo hanno sempre visto in prima fila sul tema delle problematiche ambientali. Il nostro concittadino ha sperimentato in prima persona e ha visto con i suoi occhi gli effetti della crisi climatica.
Ha trascorso l’inizio della scorsa settimana in Emilia-Romagna. Era in gita scolastica con il Majorana di Brindisi a Bologna. Uno dei momenti più attesi dell’anno per gli studenti, purtroppo rovinato dall’emergenza meteorologica.
Tutti abbiamo visto in tv cosa è accaduto nelle zone della Romagna e nella città di Bologna. Un cataclisma che quella terra sta pagando amaramente. Cresce il numero di morti. Ingenti sono i danni economici. Le foto che guardiamo sono spaventose.
«Siamo partiti lunedì e siamo rimasti come da programma in Emilia fino a mercoledì sera. Il rientro però è stato condizionato da questa situazione. Le strade bloccate ci hanno costretti ad allungare il percorso, abbiamo preso l’autostrada da Firenze». Gli studenti e gli accompagnatori sono così giunti tutti a Brindisi sani e salvi giovedì alle 5 di mattina.
La loro esperienza è però stata condizionata dagli eventi. Avrebbero dovuto visitare Bologna e avevano albergo a Pieve di Cento. Fortunatamente i portici patrimonio dell’Unesco del capoluogo emiliano hanno permesso comunque di ripararsi dall’acqua e di poter in parte rispettare il programma della gita: «Ci sono stati tra lunedì e martedì due giorni di pioggia interrotta. Poi martedì eravamo vicini a piazza Maggiore quando c’è stato l’allagamento. Non abbiamo neppure perso tempo a fotografare quella inedita situazione. Abbiamo attraversato velocemente via Indipendenza e ci siamo allontanati. La situazione non era tranquilla».
È stato mercoledì che si è registrato però il momento peggiore per la città delle Due torri. Ai telegiornali abbiamo visto le immagini dei quartieri immersi nell’acqua. La storica via Saffi per esempio. Addirittura sono stati evacuati i residenti di alcune delle zone più colpite. «Quel giorno eravamo a Pieve di Cento. Fortunatamente. Anche lì però la situazione era tutt’altro che tranquilla. È una zona ricca di fiumi e tutti avevano superato i limiti di allarme».
Deleonibus osserva gli eventi con lo sguardo dell’esperto. «Assistiamo a un cambiamento climatico evidente. Le stagioni si sono traslate. In inverno abbiamo avuto temperature elevate. Le stesse sono risultate molto basse rispetto alle medie stagionali a maggio. Se questo non è un cambiamento, cosa lo è?»
Cosa ha causato tutto questo? «L’uomo e i gas serra. E ora le conseguenze sono questi eventi climatici che causano frane, smottamenti. Questa volta ci sono stati i morti. In una stagione che di solito ci conduce verso l’estate». Deleonibus è preoccupato anche per la nostra città: «L’impatto dei cambiamenti climatici riguarda le zone costiere. A livello nazionale però non si prendono in considerazione le misure di adattamento rese necessarie per affrontare tutto questo. Viviamo oggi i problemi economici legati alla perdita di territorio e di biodiversità. Bisognerebbe partire da una valutazione dei costi che sta avendo tutto questo e mettere in campo le azioni conseguenti. Dovremmo innescare un processo decisionale per affrontare la crisi. In Italia però è tutto fermo».
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