aggiornato il 29/06/2024 alle 9:30 da

Padre Pio, il prodigio dell’acqua limpida

Il prodigio dell’acqua trasparente. Non è ancora riuscito a trovare qualcuno che possa spiegare “scientemente”, anzi biologicamente, la circostanza che l’acqua dell’ampollina in cui posiziona i fiori per la statua di Padre Pio non imputridisca. Un’interpretazione, però, se l’è data ed è quella del “miracolo” della fede. Giuseppe Zama è un 81enne originario di Faenza, vissuto a Riccione. Ha posseduto un’azienda floricola ed ha operato anche nel campo della balneazione, attività attualmente svolta dalla figlia. Da circa quattro anni e mezzo vive in contrada Antonelli dove ha trovato l’amore, la titolare di una farmacia dell’agro. La sua è una storia di devozione per Padre Pio, il frate cappuccino con le stimmate scomparse dal corpo alla morte, proclamato Santo nel 2002. Cominciata presto, conoscendo un figlio spirituale a Cervia. Un annetto fa, con l’intento di donarlo ad una chiesa, Giuseppe ha acquistato dal Santuario di San Giovanni Rotondo una statua del Santo che ha posizionato in camera da letto. Era luglio 2023. Vi ha posizionato sotto un’ampolla in cui inserisce dei fiori recisi. Da allora non ha mai cambiato l’acqua. Rimpiazza quella assorbita dai fiori ma non si è mai creata nessuna patina o ristagno che opacizzasse l’acqua, sempre limpida e trasparente. Per Giuseppe è l’ennesimo “segno” della vicinanza di San Padre Pio. Del resto, in quanto ex floricoltore, lui che ha realizzato dei pianoforti a coda di cristallo che si aprivano mostrando un paesaggio fiorito, questo “fenomeno” proprio non se lo spiega: “E fino adesso non ho trovato nessuno capace di spiegare” dice. Tre anni fa, del resto, a Castellana Grotte dove risiede, aveva preparato un altarino, invitando i devoti ad apporre lucchetti. Ricorda ogni “segnale” e “messaggio” inviato dal Santo nella sua vita. Come le preghiere accolte per salvare la sua azienda quando richiese un mutuo per allargare le serre: “Ero nella morsa delle banche e gli chiesi d’aiutarmi a salvare l’azienda ed il posto di lavoro dei miei dipendenti. Così fu”. E racconta un secondo episodio: “Ero davanti la tomba di Padre Pio, inginocchiato a pregare. Per due minuti non sono riuscito a respirare. Tanto che gli dissi: «Vuoi farmi morire sulla tua tomba?» Dopo 5 minuti era sparito tutto”. In un terzo episodio, sempre al Santuario, a Giuseppe venne una tosse incontrollabile: “Tossivo forte e dopo poco era sparito tutto. Un frate mi disse che Lui fa così”. E ricorda l’episodio in cui, per aiutare sul lavoro la figlia, decise di mettersi in auto per consegnare a Crotone degli ombrelloni da sole: “«Padre Pio ti vengo a trovare» mi dicevo. Ma la mia compagna dell’epoca che cantava in un pianobar mi ricordò che avevamo una serata. Io le facevo da manager. «Padre Pio, scusami ma non posso venire». All’altezza di San Severo, avvertì un colpo violento allo sportello del furgone. Una botta incredibile. Scesi per vedere e non c’era niente. Era una Suo messaggio”. La devozione di Giuseppe, che è anche un rinomato pranoterapeuta, è grande: “San Pio è lento ma il suo aiuto arriva sempre”. E poiché è sempre stato un uomo altruista che, per esempio, ai suoi dipendenti regalava un bonus di fine anno o che addirittura li portava in vacanza, intende voler condividere il “prodigio dell’acqua cristallina” con chi ne bisogno. Ha creato una sorta di reliquia. L’immagine della Statua di San Pio ed un pezzo di tessuto dov’è spruzzata l’acqua limpida, prelevata dall’ampolla coi fiori: “Questa piccolissima goccia della sua ampollina te la offro. Tienila con te e se hai bisogno, pregalo. Vedrai che ti aiuterà”. Il desiderio è che chi senta necessità ritiri il Santino col “suo miracolo” dall’abitazione estiva in contrada Antonelli 542/A nei giorni feriali, ore 10-12 e 18-20, proprio affianco la Chiesa. In maniera del tutto gratuita. Santini che non può produrre in grandi quantità visto l’esiguità dell’acqua dell’ampolla: “Non sono un Santone, non voglio trasformare la mia casa in una meta di pellegrinaggio. Avverto solo la spinta di dare un conforto a chi ne avesse bisogno. Poi ognuno è libero di fare offerte alla chiesa o a chiunque abbia bisogno”. Un impulso di solidarietà e devozione che Giuseppe, uomo dinamico e dalle mille risorse, sa di dover assecondare. Sostenuto dalla luce che San Padre Pio ha saputo irradiargli in tanti momenti di difficoltà.

© Riproduzione riservata 29 Giugno 2024

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