aggiornato il 06/07/2024 alle 9:30 da

Dopo 48 anni chiude “Il Ritrovo”

Come si farà senza Il Ritrovo? Come un fulmine a ciel sereno. Di quelli che colpiscono e -sbaaam- non lasciano più nulla attorno. Una Monopoli sgomenta ed incredula ha accolto la notizia della chiusura della storica trattoria e pizzeria di via Rattazzi. Un riferimento visivo ed olfattivo. Perché passarci significava esser catturati da quell’insegna anni Settanta installata su mura marrone bruciato, abbinate alle porte in legno. E poi avvertire sin dall’angolo l’odore di fritto, pregustando la bontà del famosissimo “panzerotto”. L’11 novembre scorso, ch’era pure la data di nascita del papà dei due soci e titolari, Il Ritrovo dei fratelli Giorgio e Ignazio (Ziuccio) Fornarelli ha compiuto 48 anni d’età. Aperta nel 1975, nello stesso locale, in quella che all’epoca era una via commerciale della città. Un posto popolare, accogliente, conviviale dove -non importa a quale “ceto sociale” si appartenesse- ci si ritrovava, appunto, gustando sua maestà il panzerotto. L’unico, il solo, fatto con la ricetta originale dai due fratelli che, dopo la gavetta in altrettante attività storiche (si pensi a La Casa del Caffè o a Copa Cabana), intrapresero la meravigliosa avventura nel mondo del food. Ingredienti semplici ma di qualità che hanno messo d’accordo i palati di tutti. Ma proprio tutti. Perché da Il Ritrovo ci sono passate intere generazioni. Figli portati da padri che oggi sono nonni e che portano i nipoti. A suon di panzerotti fritti, farciti con la zucchina alla poverella, un must. O con le polpette. Un gusto introvabile altrove. Si sa, però, che a tutto c’è un inizio ed una fine. Il 24 giugno scorso Il Ritrovo non ha più aperto. Prima un cartello “chiuso per ferie” rimosso qualche giorno dopo. Le voci parlavano di una chiusura improvvisa, scaturita da un litigio avvenuto la domenica, nel pieno del servizio, tra i due fratelli ma che Giorgio, ormai 73enne smentisce: “Non c’erano più le condizioni per poter continuare. C’è stanchezza. A febbraio anche mio fratello è andato in pensione. Ne stavamo parlando da inizio anno. Lo scorso anno mio figlio ha preso la licenza ma non ci sono le condizioni”. Una decisione presa non proprio a cuor leggero. Tanto che Giorgio è ancora lì a sbrigare le varie incombenze. La gente lo ferma, chiede spiegazioni. Passa davanti e si stupisce. Pedana e gazebo non ci sono più: “E’ stata una decisione molto sofferta. Ho una certa età. Voglio godermi gli ultimi anni. Questo è un lavoro sacrificato. Si lavora quando gli altri si divertono. Non voglio i miei figli facciano come me che mi sono separato tre volte”. Il Ritrovo, tuttavia, sembra possa continuare a vivere sotto un’altra gestione. Ci sarebbe l’interessamento di un ristoratore che ha un’attività nel Centro Storico e una a Roma, intenzionato a proseguire la tradizione de Il Ritrovo, in tutta la sua autenticità. Conservando anche lo storico staff. Quello che Giorgio chiama il “miracolo”. Se così non dovesse essere, probabilmente tirerà ancora un po’ e proseguirà altri mesi in attesa di lasciare la “creatura commerciale” in mani che sappiano custodire la tradizione e la qualità.

© Riproduzione riservata 06 Luglio 2024

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