MONOPOLI – Una petizione per indire un consiglio comunale monotematico. 700 le firme necessarie per portare all’attenzione dell’amministrazione Romani la vicenda dei 96 operai Eco Leather prossimi alla mobilità. A tal scopo Piazza Vittorio Emanuele II, domenica pomeriggio, è divenuta il teatro della protesta di un gruppo di lavoratori dell’opificio monopolitano intenzionati, alla vigilia di un incontro con i sindacati di categoria avente all’oggetto l’avvio della procedura di mobilità per i dipendenti, a veder rispettato il sacrosanto diritto al lavoro.
E’ inconcepibile -è stato argomentato dal comitato “No Licenziamenti Eco Leather”, promotore dell’iniziativa- l’attuazione del piano di delocalizzazione del reparto taglio a fronte di un aumento della produzione. E’ inaccettabile -è stato aggiunto- non conoscere la reale situazione economica di un’azienda che ha peraltro ottenuto autorizzazioni e soprattutto finanziamenti statali sotto la promessa/ ricatto di stabilità occupazionale. Impegni non soltanto disattesi ma supportati da motivazioni menzognere, qual’è la necessità di una “spending review” interna dovuta all’assenteismo ed alla riduzione delle commesse: “La cosa peggiore -così i lavoratori- è che la Eco Leather sta ancora ricevendo finanziamenti sulle nostre assunzioni, presi più di una volta sotto il sistema dei cambi di contratto.
D’Apolito ha messo solo i soldi per aprire il reparto taglio ma noi abbiamo creato il metodo, abbiamo conquistato i clienti ed ottenuto la certificazione di qualità. Per anni il reparto taglio è stato un polmone verde che ha trainato l’azienda nelle difficoltà. Adesso per una cinica visione del mercato, rincorre i prezzi bassi della Romania.
E’ per questo che che chiediamo l’intervento delle autorità comunali.
Non ci sono commenti, di la tua qui sotto!