MONOPOLI – La Cattedrale è già piena, ma dalle porte continua ad arrivare gente che non vuole mancare all’ultimo saluto nei confronti del notaio. Un fascio di rose rosso porpora, come di velluto, è adagiato sulla bara sulla quale pure è appoggiata una fotografia di Spano, scomparso qualche giorno fa nella sua villa di Rosamarina. Il rito funebre è stato officiato nel pomeriggio odierno da Don Giovanni Intini che ha ricordato come in queste circostanze l’unica cosa inutile siano le parole. Utile è invece “la parola, quella assoluta, quella di Dio, l’unica capace di dare un senso agli eventi della quotidianità, di far fronte ai dispiaceri, alle sofferenze, di rispondere agli interrogativi sul perché della vita”. Le risposte, per il sacerdote, sono nella Resurrezione di Cristo. In quella tomba vuota che “non puzza di morte, ma profuma di vita. Quella tomba vuota dà la certezza che anche le nostre colpe resteranno vuote. La nostra storia, comunque vada è una storia di salvezza”. Al termine della funzione la commemorazione da parte di colleghi del collegio notarile di Bari, di cui Spano è stato presidente, e dei familiari. Una lettera che mai si sarebbe voluta scrivere viene letta da un collega. Emerge l’umanità di Spano, la sua professionalità, il suo essere un punto di riferimento. “Eri un volitivo, una persona eccezionale, un appassionato”. Una persona alla quale chiedere consigli, attendendo risposte rassicuranti. Una figura innamorata della giustizia e dell’equità, instancabile. “Ci mancherà il non poterti parlare- ha detto chi leggeva- il chiamarti a qualsiasi ora, il tuo sorriso confortante. Come sempre ci dicevi, continueremo ad inseguire quel mare di cose da fare”. Poi i parenti, che lo hanno definito come un “regalo prezioso, luccicante, moderno e utile. Manterremo viva e degna la memoria dell’uomo che sei stato”. E poi la figlia che ha parlato di libero arbitrio, delle emozioni e del senso della ragione, della responsabilità forte che aveva nei confronti della famiglia. “Il tuo amore- ha detto- non era paterno, era assoluto”. Poi una descrizione del padre, della sua profondità, dei suoi sorrisi mai esagerati e della gioia che da solo non gli apparteneva e che amava condividere con gli altri.
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