Blitz antidroga, tutti i dettagli dell’operazione [VIDEO]
MONOPOLI – Aggiornamento ore 15.30: La droga arrivava dalla Spagna e dall’Olanda con il benestare dei clan baresi, ma il sodalizio monopolitano capeggiato da Leoci Vincenzo, pregiudicato 49enne, aveva acquisito autorevolezza nel mercato degli stupefacenti tanto da permettersi investimenti milionari. Valeva qualcosa come 5 milioni di euro, infatti, il carico di eroina soffiato dai carabinieri all’organizzazione nel luglio del 2009. Dodici chilogrammi di cocaina pura, due di eroina e centocinquanta grammi di hashish furono rinvenute in due distinte località della città: in un pagliaio di una masseria adiacente alle complanari della Statale 16, in zona sud, ed in un garage di via Ugo Foscolo. In manette finiscono i custodi della sostanza stupefacente, l’agricoltore Giorgio Copertino, allora 41enne, ed il pensionato Agostino Pepe, all’epoca dei fatti 65enne. Si tratta di pesci piccoli, ma i militari, allora diretti dal tenente Marco Filippi, hanno la conferma dell’imponente traffico di droga. Il sequestro eseguito dai militari, però, fa saltare il banco. Il clan baresi pretendono ugualmente il pagamento del carico di droga e non esitano a minacciare i morte i vertici del sodalizio monopolitano. Si tutti un personaggio di spicco della mala locale, sulla cui identità c’è il massimo riserbo, che nei primi giorni dell’agosto del 2009 viene raggiunto a casa da due emissari dei clan. Che non si trattava di una visita di cortesia l’aveva capito lui stesso tant’è che le minacce di morte, se non avesse pagato, lo indussero a costituirsi presso la caserma dei carabinieri. Nei mesi successivi il collaboratore di giustizia, trasferito in una località segreta, ha raccontato tutto agli inquirenti, svelando particolari utili a smascherare la rete dei trafficanti. L’inchiesta, che comprende anche 150 indagati, si è tradotta in una vasta informativa di reato che il Gip Digeronimo ha sottoposto all’attenzione del gip Scamarcio della Procura di Bari. Nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari ha emesso venti ordinanze di custodia cautelare a carico di aaltrettanti soggetti, pregiudicati ed insospettabili, residenti a Monopoli e provincia. Al comando dell’organizzazione, secondo quanto confermato dal Capitano Roberto Dicostanzo (attuale comandante della Compagnia dei Carabinieri di Monopoli) c’era Vincenzo Leoci, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, che si avvaleva del sostegno di quel pregiudicato che ha preferito collaborare con la giustizia. In manette è finito anche Tommaso Guida, operaio di 34 anni, ex sorvegliato speciale di pubblica sicurezza e braccio destro del collaboratore di giustizia. La droga, importata dalla Spagna, veniva introdotta in Italia attraverso carichi di frutta. A Bari, poi, c’era la selezione. Lo stupefacente di primissima qualità, il cosiddetto “perlato”, veniva destinato agli assuntori della Bari-bene. Quello di qualità più scadente, il “gessato”, veniva smerciato nelle periferie della provincia (e quindi a Monopoli) miscelato con pericolose anfetamine che ne aumentavano il principio attivo. E qui entra in gioco un commerciante ortofrutticolo di Monopoli. Si tratta di Eustacchio Corbascio, classe 60, anche lui vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Era lui che importava la frutta sotto la quale, secondo la Procura di Bari, si celava il carico di droga. Nell’organizzazione aveva un incarico di un certo rilievo anche Mario Ippolito, 50enne incensurato, autotrasportatore, l’ultimo ad essere finito in manette giovedì mattina. Tra gli arrestati figura anche il pregiudicato 32enne Gesumino Brescia, disoccupato, al quale gli inquirenti attribuiscono il ruolo di factotum dell’organizzazione. Durante le indagini finì anche in manette perchè durante un controllo sulla Statale 16 la polizia rinvenne nella sua auto circa un chilo di droga. Ordinanze cautelari sono state notificate anche a Giovanni Mitrotti, 36enne operatore ecologico con precedenti ritenuto responsabile del reato di spaccio dagli inquirenti, e Giovanni Lippolis, pregiudicato disoccupato classe 64. In manette è finito anche Vito Damasco, 37enne attulmente agli arresti domiciliari, finito in manette nell’agosto del 2009 perchè custodiva nel giardino di una villetta di contrada Peroscia 14 chilogrammi di hashish nascosti sotto- terra e protetti da due cani da guardia particolarmente aggressivi. In quell’occasione finì in manette anche la compagna. Entrambi, secondo i carabinieri, avevano il compito di custodire la droga così come Giorgio Copertino e Agostino Pepe cui l’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere. Per tutti l’accusa a vario titolo è di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Nell’operazione sono state anche arrestate anche soggetti residenti a Fasano, Mesagne, Martina Franca, Santeramo in Colle, Barcellona Pozzo di Gotto e Capurso per un totale 20 ordinanze. Gli arresti sono stati eseguiti nella notte di venerdì dai carabinieri della Compagnia di Monopoli sotto la direzione del cap. Di Costanzo. I dettagli dell’operazione, denominata “Droga, No Grazie”, sono stati illustrati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa presieduta dal Procuratore Laudati, dal pm Digeronino e dai vertici locali, provinciali e regionali dell’Arma dei Carabinieri.
Aggiornamento ore 06.38: Alle prime luci dell’alba i Carabinieri della Compagnia di Monopoli hanno disarticolato una organizzazione a delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti. In manette, tra Monopoli e provincia, sono finite 23 persone tra pregiudicati ed incensurati. L’organizzazione importava lo stupefacente (soprattutto cocaina) dalla Spagna per rifornire il mercato locale. L’indagine è partita nel luglio del 2009 quando i carabinieri rinvennero in un casolare di campagna 15 chilogrammi di cocaina purissima del valore di circa 5 milioni di euro. Il sequestro fece saltare il banco ed i trafficanti pretesero dal gruppo monopolitano il pagamento del carico. Fu allora che uno dei capi decise di collaborare con gli inquirenti che un mese dopo, nell’agosto del 2009, sequestrarono un altro ingente carico di droga nascosto sotto-terra in una villa di campagna. I particolari dell’operazione saranno illustrati più tardi dal Procuratore Capo, Antonio Laudati.
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