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Enrico Alba era nato il 25 agosto 1921 e aveva compiuto studi classici che lo avevano portato a insegnare lettere alla scuola media “G.Galilei”.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, in qualità di ufficiale di complemento dell’Esercito Italiano, per non aver aderito alla Repubblica Sociale, era stato deportato per due anni nei campi di concentramento in Germania.
L’impegno politico lo vede Deputato al Parlamento della Repubblica Italiana nel Partito della Democrazia Cristiana dal ’59 al ’68; appartenente alla corrente “Forze Nuove” di Carlo Donat-Cattin; Consigliere comunale a Monopoli dal ’46 al ’75 e Segretario della sezione DC nel ‘47 e nel ‘68. Con l’aiuto di Enrico Mattei fa giungere a Monopoli il gas metano prima ancora che sia distribuito nel capoluogo pugliese, consentendo la nascita della fabbrica della Ceramica delle Puglie, che determinerà centinaia di posti di lavoro a tutto il Sud-Est barese. Consigliere e Assessore alla Provincia di Bari dal ‘52 al ‘59; promotore della realizzazione delle strade provinciali Monopoli-Castellana e Monopoli-Alberobello, della San Michele Frangisto-Capitolo e della litoranea Monopoli-Torre Canne; Presidente del Consorzio del Porto di Bari negli anni ’60; Dirigente Nazionale delle Acli.
Interessante anche la sua attività imprenditoriale che lo ha visto creatore dell’Hotel Lido Torre Egnazia in località Losciale a Monopoli e gestore dell’Hotel Residence Primula a Pescasseroli. Numerosa e significativa la sua produzione in qualità di poeta e scrittore.
Attoniti per la sua dipartita, probabilmente non riusciamo ancora a renderci conto di quale testimonianza abbia lasciato quest’uomo del Sud per il nostro Sud.
Al di là della brillante intuizione imprenditoriale di scommettere per primo a Monopoli, nel cuore del Mezzogiorno, su turismo costa e paesaggio, restano la sua sana e sempre rivendicata estrazione proletaria, i due anni di dura prigionia in un campo di concentramento tedesco come ufficiale dei Bersaglieri, le sue qualità umane nei confronti dell’altro, la sua sensibilità d’animo, le sue doti oratorie, l’amore per la giustizia sociale e per la sua terra.
Enrico Alba ha sempre amato il suo ruolo di insegnante tanto da sentirsi tale sino alla fine dei suoi giorni. Ha coltivato la poesia esaltando il valore della parola scritta. Ha sempre apprezzato la concretezza, il fare e l’operare per creare qualcosa di buono, oltre che utile.
Ma vogliamo soffermarci sull’aspetto della sua vita, che, in queste ore in cui ci ha lasciato, è meno di moda. Enrico è stato un politico retto e capace. Eletto Deputato al Parlamento Italiano per due legislature con oltre 30mila preferenze “pulite”, ha votato, in pieni anni 60 e al culmine della Guerra Fredda, per l’ingresso della Cina nell’Onu e per stornare quota dei finanziamenti destinati alle Forze Armate verso i Paesi poveri del mondo, ricevendo esplicite minacce dai generali e dai politici dell’Italia peggiore di quell’epoca.
Le sue scelte ideali, frutto di dure esperienze e del suo spirito di indipendenza e di libertà, spesso lo hanno fatto marciare in solitudine, senza che mai se ne dolesse. Non si è arricchito con la politica e non ha fatto arricchire alcun familiare. Non ha “spremuto” un solo posto di lavoro per i suoi figli da “Mamma Stato” ma ha saputo andare incontro a tanti, che, da tutt’altre sponde politiche, chiedevano il suo aiuto.
La psoriasi, che lo ha accompagnato per decenni, narra le lacerazioni interiori del suo spirito, bencelate dal suo carattere forte ed estroverso. Era tanto proteso all’affermazione della dignità umana da sfiorare spesso l’irriverenza verso molte convenzioni, istituzioni clericali e laiche e poteri costituiti.
Ai familiari e agli amici resta l’impegno di onorarne l’eredità umana. A Monopoli e all’Italia il compito di riscoprire, ancora una volta a posteriori, il valore di uno dei suoi figli migliori.
Gli amici Aggiornamento ore 10.00
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