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“Contattai l’assessore ed il dirigente che non è una cosa bella ma non ho avuto aiuto”. Fu la volta del Sindaco il quale, appurato lo stato d’indigenza dei Leoci, assegnò temporaneamente loro un appartamento a Cala Corvino. Un soggiorno di qualche mese, con le spese che accrescevano e di nuovo il bisogno d’aiuto e la richiesta di sostegno dell’assistenza sociale: “Tra Tarsu, luce, gas avevo da pagare almeno
800 €. Mi fu risposto che il Comune non era una banca e quasi invitato ad andare a rubare. Andai di matto. Io sono una persona sensibile, non voglio fare queste cose e non permetto neppure che venga offesa la dignità dei miei bambini”. Dopo quell’episodio con una delibera di giunta comunale il Comune assegnò ai Leoci, a giugno 2011 e sino al dicembre 2011, un’abitazione precedentemente confiscata e divenuta di proprietà comunale ma indisponibile per finalità sociali (non utilizzabile cioè per uso abitativo). E’ così che il 28 marzo scorso, il dirigente dell’A. O. II ha emesso un’ordinanza di sgombero che, oltre ad intimare l’uscita del nucleo famigliare entro i 60 giorni successivi, pena l’intervento delle forze dell’ordine, stima un indennizzo per occupazione abusiva dell’immobile pari a 3.036, 36 € (al 28 febbraio 2013). “Io non so dove andare, cosa fare, i bambini devono mangiare. Oggi vivo con l’aiuto di mio padre e qualche lavoretto. Nel certificato medico l’invalidità risulta all’87% e loro mi vogliono fare uscire e pagare? Mi hanno detto di trovare casa. Come faccio? Può succedere anche la Terza Guerra Mondiale, io da solo la faccio ma da lì non esco, se non bruciato ”.
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