MONOPOLI – Il Sindaco di Monopoli Emilio Romani interviene sulle polemiche innescate dalla messa in onda delle prime due puntate della fiction Rai “Tutta la musica del cuore” ambientata a Monopoli e girata nel 2010.
«Comprendo le perplessità e le proteste dei monopolitani e dei pugliesi nel vedere accostata Monopoli a vicende di criminalità organizzata ma prima di trarre conclusioni forse è giusto vedere tutte le sei puntate anche perché, come ci è stato detto, la storia avrà un lieto fine. Certo accostare la mafia alla Puglia non fa bene alla nostra regione e alla nostra città per la quale queste accuse fortunatamente sono solo un lontano ricordo», afferma il Sindaco di Monopoli. «È proprio per questo», precisa Emilio Romani,«che nel 2010 la produzione scelse di cambiare il nome della città di Monopoli in Montorso. Lo si sapeva sin d’allora visto che furono installati dei cartelli in città e, per tutto il tempo delle riprese, dinanzi allo storico Palazzo Palmieri, sede nella fiction del Conservatorio. Si fece tale scelta proprio per evitare di accostare le illegalità raccontate nella serie tv al nostro Conservatorio, vero fiore all’occhiello del quale Monopoli va fiera».
«Al netto delle polemiche questa fiction ha rappresentato e rappresenta un’opportunità per la Città di Monopoli perché, seppur non direttamente citata, appare nei titoli di coda ed è stata comunque indicata in tutti gli organi di stampa nazionali delle ultime settimane. Senza trascurare gli oltre 5 milioni di italiani che l’hanno seguita», prosegue Romani. Che conclude: «Inoltre, penso che ai monopolitani residenti ma anche a coloro che vivono fuori città abbia fatto piacere rivedere gli scorci più belli di Monopoli su Rai Uno: dal Palazzo San Francesco (sede del Comune di Monopoli) con riprese nell’atrio del palazzo e nella sala consiliare, Largo Plebiscisto, piazza XX settembre, il Palazzo Rendella e molte strade e vicoli del centro storico. Ricordo ancora l’entusiasmo che si registrava in città tre anni fa quando per oltre quattro mesi la troupe della fiction ha stazionato in città con riflessi anche economici sia in termini di ospitalità che di lavoro per le tante comparse impiegate. Mi piace pensare che la fiction venga ricordata anche per questo ben consci che si tratta solo di finzione ben lontana dalla realtà».
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