Ieri 26 febbraio DBA Lab – società operativa del gruppo DBA e attiva in Puglia dal 2015 – ha illustrato i risultati della piattaforma ISMAEL che è stata progettata per predire l’impatto ambientale delle attività antropiche ed essere applicabile alle città portuali e alle infrastrutture in tutto il mondo, secondo i paradigmi di internet of things e machine learning e supportata da una riproduzione in digital twin del porto.
“La nostra regione deve essere un polo di sviluppo della blue e della green economy e far posto a una maggiore vivibilità a tutela del benessere collettivo e della salute”. Così l’Assessore regionale allo Sviluppo Economico, Cosimo Borraccino, salutando la platea, ha introdotto il suo intervento sul progetto ISMAEL che è stato cofinanziato dalla Regione Puglia. La presentazione dei risultati progettuali è avvenuta alla presenza anche del Presidente e fondatore di DBA Group, Francesco De Bettin che si è detto onorato di convogliare gli investimenti in una delle regioni più belle al mondo e che può aspirare a diventare una nuova Silicon Valley, dell’Assessore all’Urbanistica e delle Politiche del territorio del comune di Bari, Carla Tedesco che ha sottolineato il rapporto profondo e produttivo che ha la città di Bari con il porto, e del Segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Tito Vespasiani, il quale ha definito l’esperienza ISMAEL lungimirante ed estensibile a tutte le altre realtà portuali di Puglia nell’ottica della ecosostenibilità e dello sviluppo.
Il sistema ISMAEL è stato sperimentato nel porto di Bari e in aree urbane limitrofe al porto dando vita a una reportistica in tempo reale e alla creazione di modelli affidabili e testati in grado di correlare fonti diverse e predire i fenomeni studiati nei giorni successivi all’evento e simulare diversi scenari. Nel progetto sono stati coinvolti oltre all’ADSP, l’ARPA Puglia, il comune di Bari, il CNR e DHI leader nel settore della modellistica marina, DHI. I parametri dell’aria (per esempio il PM10, Monossido di Azoto), sono stati monitorati su una rete di 7 centraline tra il porto e la città (nelle aree di Caldarola, Carbonara, Stadio del Nuoto e il I Municipio), quelli dell’acqua su 2 sonde parametriche ancorate alle banchine portuali definendo per esempio torbidità, mg/L e temperatura. A queste fonti si sono aggiunte le navi secondo i dati AIS e i veicoli in arrivo e partenza dal porto.
L’investimento del progetto è pari a 1.351.824,84 euro, di cui il 54% cofinanziato da fondi regionali “Programma Operativo FESR 2014-2020 Obiettivo Convergenza”, e il resto è finanziato direttamente dalla società DBA Lab che nel 2016 ha investito in Puglia aprendo una nuova sede. La conclusione del progetto coincide con i tre anni della nascita della nuova sede pugliese di DBA, a Lecce, dove ad oggi sono impiegati 22 laureati e sono tutt’ora in corso attività di recruitment per diplomati e laureati in informatica, statistica, matematica, fisica e ingegneria da destinare a progetti con grandi clienti nel settore delle infrastrutture, di trasporto, energia e telecomunicazioni. La sede pugliese è oggi per DBA Group il cuore tecnologico di un gruppo con più di 500 persone, 12 sedi in Italia e 8 sedi all’estero.
DBA Lab è altresì impegnata con altre 20 risorse pugliesi che si aggiungono al personale delle sedi di Milano nella progettazione e lavori della fibra ottica nelle città di Bari, Taranto, Brindisi e Lecce grazie a un contratto di fornitura con Open Fiber. Al momento le unità immobiliari coinvolte dai progetti della fibra ottica e seguite da DBA nella sola città di Bari sono 147mila.
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