aggiornato il 03/04/2013 alle 15:36 da

Addio a Pedote, Polignano perde un suo figlio illustre

POLIGNANO – Si è spento a Bologna il prof. dott. Nicola Vittorio Pedote, famoso ginecologo e urologo polignanese, uno dei pionieri degli anticoncezionali in Italia, trasferitosi a Bologna fin dai tempi dell’università, pur restando sempre in contatto con Polignano e con le compaesane e i compaesani che, numerosissimi, nei decenni, si sono fatti curare da lui o si sono giovati delle sue conoscenze nel mondo medico ai più alti livelli. Attenzioni ricambiate con primizie locali, prima fra tutte i tordi al vino, dei quali era ghiotto. Il decesso è avvenuto, a causa di una complicazione intestinale, nel Policlinico S.Orsola-Malpighi, dopo una lunga permanenza nella lussuosa casa di cura Gruppioni di Pianoro. Da alcuni anni per motivi di salute il professore mancava dal nostro paese, non lo si vedeva più nei ristoranti, a San Giovanni, del suo compianto amico “Mumino” Calderaro, alla Festa di San Vito alla quale non mancava mai, e soprattutto seguire la processione dei suoi amati “colleghi”, come scherzosamente li chiamava, ossia i SS. Medici Cosma e Damiano. Ma, naturalmente, non tralasciava mai di fornire il suo contributo al Comitato. Il prof. Vittorio Pedote era figlio di Luigi Pedote, uomo d’affari, proprietario terriero, presidente dell’Ente comunale assistenza e presidente ed artefice del primo Ospedale di Polignano, che portò al massimo grado di efficienza e lasciò con un attivo di cinque milioni. Titolare di una famosa sartoria in via Anemone 39 (lo chiamavano infatti “mest’ Luigg’ ‘u sart’”), amante del Giusti, di Dante e Parini e della musica lirica (assisté anche alla prima di “Turandot” con Toscanini alla Scala). Sua madre fu Lorenza Daniele, un’altra grande e nobile figura di antica stirpe polignanese, primo consigliere comunale donna del Dopoguerra. Sua sorella era Maria Pedote, avvocatessa, insegnante di diritto e poi segretario dell’Istituto di ricerca e sperimentazione scolastica di Puglia e Basilicata del Ministero della Pubblica Istruzione, già presidente Acli nazionale, presidente dei Probiviri della Dc nazionale e tra i personaggi di riferimento ideologico della Dc morotea, scomparsa nel ’92. I suoi due nipoti sono il giornalista Alberto Selvaggi e Valeria. Il cognato, Tommaso Selvaggi, già segretario regionale della Cisl, qui da noi è stato il maestro di tanti alunni polignanesi che ancora lo festeggiano con cena annuale. Vittorio Pedote era un esteta, di stravagante eleganza e prodigiosa memoria, amante dell’arte e soprattutto dell’opera, personaggio bizzarro e potentissimo (il nipote Alberto in un libretto su Mimì Modugno lo definì “un incrocio tra Salvador Dalì, il Re degli Egizi di Aida e un polignanese, vecchio però”), voce altisonante, un vulcano in continua eruzione creativa, impossibile da non notare, anche per i suoi baffoni, l’altezza e il portamento teatrale, la chioma bianca fluente. A Bologna veniva chiamato “l’orizinell”, cioè l’originale. Nel capoluogo emiliano viveva in una grande casa in via Indipendenza, strada-salotto della città. Frequentava in buona amicizia, durante le sue scorribande per i teatri del mondo, i più grandi cantanti lirici e direttori, da Pavarotti a Muti alla Ricciarelli, attori, grandi registi, varia nobiltà. Scapolone con un debole per le belle donne. Il prof. dott. Vittorio Pedote nel novembre 2001 ha ricevuto la medaglia d’oro di benemerenza per i 50 anni di carriera dall’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Bologna, con le felicitazioni dell’allora sindaco di Polignano a Mare, Francesco Bovino. Si è laureato in medicina e chirurgia nel 1951 presso l’Università di Bologna. Ottenne il diploma di Ufficiale Sanitario. Nel ’53 quello di Specialista in Igiene e Sanità Pubblica. Nel ’57 il diploma di Specialista in Ostetricia e Ginecologia. Nel ’62 il diploma di Specialista in Urologia. Nel ’68 conseguì la Libera Docenza. Nel ’72 il diploma di Specialista in Chirurgia Generale. Fra le numerose pubblicazioni scientifiche, “Le opinioni di Ippocrate sui feti di sette e otto mesi in rapporto alle concezioni moderne”, “Concetti matematici e geometrici nell’evoluzione del pensiero ostetrico”, “L’incompatibilità procreativa dei coniugi”. Il dott. Pedote frequentò e ottenne il diploma sulle tecniche contraccettive presso l’Università di Lubiana e l’I.p.p.f. di Londra. Era considerato uno dei primi in Italia ad aver conseguito titoli presso Istituti universitari all’estero (dal Chelsea Ospital di Londra al Margaret Ranger Research Bureau di New York, il più antico centro americano per la regolazione delle nascite). Fra i tanti ruoli che ha ricoperto: consulente ginecologo e consigliere nazionale dell’AIED (Associazione italiana per l’educazione demografica), Socio e Accademico in Roma dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, dalla quale gli fu conferita Medaglia d’oro per una pubblicazione su Ambrogio Parè. Accademico d’onore dell’Accademia delle Scienze di Roma per l’opera svolta “a favore delle arti, delle scienze, della letteratura”. Accademico d’onore, per i suoi alti meriti, dell’Accademia degli Abruzzi per le Scienze e le Arti. E’ stato consulente ostetrico presso l’Opera nazionale Maternità della Provincia di Bologna, direttore del Centro per accertamenti e cura della sterilità maschile e femminile nella clinica Bellombra di Bologna, da lui stesso realizzato. Ha eseguito oltre 15.000 interventi ostetrici e ginecologici nelle cliniche. Congressista in Italia e all’estero. Eccezionale intenditore di musica lirica, è stato per decenni presidente della “Barcaccia”, storica associazione di cultori e ricercatori d’opera del Teatro Comunale di Bologna. Conosceva a memoria decine di libretti d’opera. Cultore di gastronomia, ha ottenuto anche il titolo di “gran gourmet”. Il nipote Alberto Selvaggi, interpellato da Fax, ricorda con due sole parole lo zio: “Un genio terribile”.

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© Riproduzione riservata 03 Aprile 2013

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