POLIGNANO – Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’associazione avvocati.
Dal 13 settembre in Italia 948 Uffici Giudiziari chiuderanno progressivamente: 31 Tribunali, 30 Procure, 220 Sedi Distaccate e 667 Uffici del Giudice di Pace hanno le ore contate! Il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha sottolineato che la riforma consentirà, alle casse dello Stato, risparmi per circa 80 milioni di euro. L’obiettivo del legislatore era quello di razionalizzare le risorse eliminando le sedi secondarie dei Tribunali. Questo è un dato certo. La geografia giudiziaria sarà ridisegnata secondo criteri di risparmio indirizzati agli sprechi, si cercherà di concentrare risorse umane e materiali nella agognata Cittadella della Giustizia che dovrebbe sorgere a Bari e….se così fosse la popolazione intera plaudirebbe a tale riforma. Purtroppo non è così: la città di Bari non ha ancora realizzato alcuna “città giudiziaria” che inglobi anche le sedi distaccate soppresse, il vecchio e malmesso Tribunale di Piazza De Nicola del capoluogo deborda di fascicoli che non trovano collocazione e non ha stanze sufficienti per lo svolgimento decoroso delle attività quotidiane di giustizia. Dal 13 settembre arriveranno fiumi di altre “carte” provenienti dalle sedi soppresse, accompagnate dai poveri dipendenti – operatori di giustizia a vario titolo- che, ad oggi, non sanno ancora cosa faranno: le loro vite, le loro professionalità saranno annichilite in nome di un risparmio di spesa operato in un campo DOVE NON E’ POSSIBILE RISPARMIARE!!!! Vi era stata una piccola speranza che faceva intravedere la possibilità di prorogare la chiusura della sede del Tribunale di Monopoli per cinque anni ancora: per smaltire i procedimenti pendenti e per far sì che il Tribunale di Bari (sede naturale) potesse procedere ad una organizzazione. Meglio feriti che morti…si era detto! E invece no: i procedimenti attualmente pendenti presso il Tribunale di Monopoli, saranno smaltiti, unitamente a quelli di ALTRI Comuni parimenti penalizzati, e quindi IN TEMPI BIBLICI, a Rutigliano: sede raggiungibile solo con mezzi privati per assenza di collegamenti diretti con mezzi pubblici (bus e ferrovia). La Giustizia che la gente dei nostri Comuni reclama viene relegata, come figlia di un Dio minore, nel Tribunale di Rutigliano. Ivi le aule di udienza sono anguste, le stanze adibite a Cancelleria non sono sufficienti e non c’è spazio per celebrare i processi. I disagi economici, fisici, organizzativi peseranno in maniera irreversibile sulla collettività intera, nessuno escluso; si assisterà ad aggravi di costi notevoli, ma soprattutto vi sarà l’eclatante diniego della possibilità di accedere al Giudice Tutelare in loco da parte dei disabili, degli amministrati (in caso di amministrazione di sostegno), dei più deboli. L’irrazionalità dei criteri di scelta della sede di Rutigliano come idonea ad ospitare i Comuni di Monopoli, Putignano, Noci, Alberobello, Locorotondo, Castellana Grotte, Turi, Adelfia, Capurso, Casamassima, Cellamare, Conversano, Noicattaro, Sannicandro di Bari, e Sammichele di Bari, è macroscopica! Il barlume di speranza consistente nella proroga di attività per ulteriori cinque anni, è stato scippato, è naufragato ad esclusivo danno della collettività minata nella sua dignità. Tutto ciò avveniva l’8 Agosto 2013, con un provvedimento ministeriale fatto quasi di nascosto, in periodo feriale, quando l’Italia si ferma. I cittadini non si sono accorti dello scempio perpetrato, altrimenti avrebbero protestato furiosamente. Noi Avvocati, uniti in un disperato tentativo che porti al ravvedimento di color che tutto possono…se vogliono, allertiamo tutta la cittadinanza di Monopoli e Polignano a Mare affinchè partecipi al Consiglio Comunale sull’argomento, che si terrà venerdì 13 settembre alle ore 09.00 col seguito a Palazzo di Città, per protestare contro l’abnorme ed aberrante decisione di NEGARE a Monopoli, per ulteriori cinque anni, non per tutta la vita, il presidio di Giustizia! La richiesta è semplice: TUTTO RESTI COME ERA per cinque anni ancora! La legge concede questa possibilità ed il buon senso dovrebbe portare all’applicazione di tale norma di salvaguardia
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