POLIGNANO – AGGIORNAMENTO DEL 20/01: Via all’incidente probatorio presso la Procura della Repubblica di Bari. Sono stati infatti convocati per la mattinata odierna, presso gli uffici dei magistrati che indagano sull’omicidio di Bruna Bovino, la 29enne estetista polignanese assassinata nel suo centro benessere a Mola di Bari, i parenti della giovane e l’unica persona iscritta nel registro degli indagati. Antonio Colamonico, va chiarito, non è al momento accusato di alcunché. Tecnicamente l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto e si materializza nel momento in cui gli investigatori devono compiere degli accertamenti diretti nei confronti di un determinato soggetto. Accertamenti che non necessariamente devono poi condurre alla formulazione di una precisa ipotesi di reato e, successivamente, ad un eventuale rinvio a giudizio che ne trasformerebbe la posizione da indagato ad accusato. Oggi la Procura affiderà ufficialmente l’incarico di esaminare il materiale repertato ad un sottufficiale del Ris di Roma. In particolare l’attenzione degli investigatori è concetrata sulle tracce organiche trovate sotto le unghie della vittima. Saranno i carabinieri del Ris a doverne studiare il dna e confrontarlo con quello della vittima e di un presunto autore del reato. Intanto giunge conferma del fatto che le indagini hanno decisamente preso la direzione dell’omicidio volonario commesso con un oggetto da taglio in possesso dell’assassino. Particolare che conferma l’ipotesi che la Procura abbia scartato l’idea di un omicidio occasionale o preterintenzionale.
POLIGNANO – Aggiornamento del 18/01: Di svolta nelle indagini avevamo parlato la scorsa settimana e la svolta puntualmente è arrivata. A sorpresa venerdì si è diffusa la notizia che la Procura della Repubblica ha un sospetto per il caso dell’estetista polignanese, la bella Brina Bovino, assassinata e data alle fiamme nel suo salone di bellezza di Mola di Bari il 12 dicembre. Le indagini dei carabinieri del Ris si sono concentrate su Antonio Colamonico (nella foto), un 34 enne sposato con una polignanese e residente dall’epoca del matrimonio nel nostro comune. L’uomo frequentava da febbraio l’estetista ma ancora non è ben chiaro il tipo di rapporto che poteva intercorrere tra i due. Intanto dalle testimonianze dei vicini emerge una piazzata fatta da una donna proprio sotto la casa di Bruna qualche mese prima che decidesse di trasferirsi definitivamente a Mola. Chi era questa donna e c’è un nesso con l’omicidio della parrucchiera? Intanto lunedì i Ris sottoporranno ad incidente probatorio l’unica persona iscritta nel registro dgli indagati della Procura di bari. L’unica persona per quanto possiamo saperne noi, ovviamente. Colamonico comunque ha messo subito le cose in chiaro rilasciando delle dichiarazioni alla stampa: lui con l’omicidio non c’entra nulla. Particolari su fax in edicola stamane.
POLIGNANO – Aggiornamento del 15/01: Non trapela nulla dalle maglie della fitta rete di indagini che gli investigatori stanno tessendo per venire a capo dell’omicidio della bella estetista italo-brasiliana assassinata nel suo centro massaggi in via Vitelli, a Mola di Bari. La donna aveva sempre vissuto a Polignano, dove ancora risiede la madre e alcune zie, una delle quali ha in affidamento uno dei figli dell’estetista frutto del suo primo matrimonio con un giovane di Pezze di Greco. Da quando aveva aperto il suo nuovo centro di estetica, però, Bruna Bovino aveva deciso di trasferirsi a Mola di Bari, in via D’Alba, dove nelle ore successive alla scoperta dell’omicidio sono piombati i carabinieri alla ricerca di elementi che potessero fornire indizi utili alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Antonino Lupo con il procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno. E una svolta è giunta proprio negli ultimi giorni con il deposito del mandato effettuato dal nuovo avvocato dei familiari della 29 enne estetista assassinata. La madre della donna, come già anticipato da Fax, ha conferito la propria fiducia all’avvocato Alberto Cantatore di Polignano e quindi è da ritenersi revocato l’incarico per il legale che aveva seguito la prima fase delle indagini, l’avv. Massimiliano Carbonara di Triggiano. La novità, evidentemente, fa da preludio alla necessità da parte dei familiari, di affiancare in qualche modo gli investigatori nelle indagini e tenersi aggiornati sulle novità. Una conferma indiretta che quindi le cose stanno andando avanti. Bruna Bovino, un divorzio alle spalle e una recente relazione interrotta con l’uomo dal quale aveva avuto un secondo figlio, come hanno accertato i carabinieri, viveva da sola nel suo appartamento a pochi metri dalla piazza centrale di Mola ma, hanno testimoniato i vicini, spesso era in compagnia di un uomo che si sta cercando di identificare. Nel corso della perquisizione in casa della donna, i carabinieri hanno acquisito diversi effetti personali che potrebbero servire a dare un nome ed un volto all’assassino. Persino l’ex marito, che il giorno successivo all’omicidio aveva lasciato davanti alla saracinesca del locale un mazzo di fiori con un bigliettino: “Per una stella che non c’è più… Bruna sei nel mio cuore”, è finito sotto la lente degli investigatori che hanno subito sequestrato lo scritto. Si continua a setacciare nella vita privata della donna e nell’entourage delle sue relazioni nella convinzione, forse, che l’assassino era una persona che conosceva la donna. Su Facebook restano gli indizi del fatto che Bruna Bovino stava attraversando un momento molto particolare. Prima di morire, infatti, aveva postato questa frase: “C’è un momento giusto per ogni cosa: per agire, per andarsene, per tornare”. E ancora: “Sarebbe tutto più facile se la gente si parlasse, se mettesse da parte l’orgoglio e la piantasse di ingoiare parole. Dev’esserci ancora qualcuno in grado di spingerti contro uno schifoso muro e dirtelo. Ti amo. Ti odio. Guardami”. Come se stesse rimproverando qualcuno che non voleva assumersi responsabilità. Intanto possiamo fare la considerazione che da settembre questo è il terzo “femminicidio” che avviene in provincia di Bari dopo quello della psichiatra Paola Labriola, uccisa a Bari da un paziente con uncoltello, e della 60enne Caterina Susca, assassinata in casa sua. Ai quali, però, va aggiunto quello del 29 dicembre in cui la 42enne gioiese Francesca Milano è stata strangolata dal suo compagno. In tutti e tre i casi i presunti responsabili sono stati già arrestati. E forse sta per scoccare anche l’ora del misterioso assassino di Bruna Bovino.
14/01: Un mese dopo l’atroce omicidio consumato a Mola nel salone di bellezza dell’Arwen, ancora nulla trapela dalle indagini che stanno conducendo i Carabinieri del Sis di Bari. La sigla sta per Sezione Investigazioni Scientifiche. In Italia i Carabinieri ne hanno 29, prevalentemente dislocate nei capoluoghi di provincia, dipendenti da 4 Reparti Investigazioni Scientifiche (RIS) ubicati sul territorio nazionale a Parma, Roma, Messina e Cagliari. I quattro reparti a loro volta dipendono dalla “casa madre”, ossia il Reparto Analisi Criminologiche (R. A. C.) i cui laboratori, quando si chiamava ancora CIS (Centro Investigazioni Scientifiche) erano al primo piano della Scuola Ufficiali Carabinieri. Creata nel 2005, l’unità R.A.C. è preposta ad attività di supporto alle indagini mediante la ricerca di elementi di connessione/analogia con altri fatti delittuosi ed elaborazione del profilo crimilogico degli autori sconosciuti dei delitti. Sono questi specialisti che si sono messi sulle tracce dell’assassino, o forse dovremmo dire degli assassini, della 25 enne estetista Bruna Bovino. Gli specialisti del reparto effettuano inoltre studi e ricerche sulle tecniche di investigazione, esame della scena del crimine e analisi comportamentale e alimentano una banca danti nazionale sui crimini violenti. Il Reparto è suddiviso in tre sezioni: Analisi, Psicologia e Atti Persecutori. Ne fanno parte criminologi, psicologi, psichiatri, informatici ed esperti di analisi criminale. Sulle tracce di chi ha ucciso Bruna in questo momento ci sono soprattutto gli uomini del Reparto di Dattiloscopia. Il luogo del delitto tecnicamente è definito dai criminologi “scena chiusa” poiché tutto è avvenuto all’interno di un unico locale. Ed è qui che i carabinieri si stanno muovendo alla ricerca di elementi. Da un lato si sta cercando qualcosa utile ad identificare l’assassino lasciato dalla vittima stessa: appunti, numeri di telefono, un oggetto riconducibile al killer etc.; dall’altro si sta tentando di individuare elementi che invece potrebbero essere stati introdotti sulla scena del delitto dallo stesso assassino: mozziconi di sigarette, un bicchiere usato, tracce di sangue, delle impronte. Purtroppo l’intervento dei Vigili del Fuoco ha mischiato le carte. Non sappiamo sino a che punto, ma con l’incursione di 4-5 persone sulla scena del delitto, i getti d’acqua, e le involontarie rimozioni effettuate per spegnere le fiamme è evidente che la scena del delitto è stata alterata. A questo punto i carabinieri staranno concentrando l’attività investigativa nella direzione della ricerca delle impronte. E se ve n’è anche una sola, i carabinieri la troveranno. Infatti il nuovo comandante del Sis di Bari viene da Parma e proprio nel capoluogo emiliano dirigeva il Rac il generale Garofano, l’uomo che da capitano seguì il delitto di via Poma, il suicidio di Sacrofano, l’omicidio di Alberica Filo Della Torre e, ormai tenente colonnello, il delitto di Cogne. Solo per citare i più famosi. Garofalo, oggi ritiratosi dal servizio attivo, era altamente specializzato nel recupero di impronte e tracce ematiche. Ovviamente chi ha lavorato con lui ne avrà imparato parecchi segreti. Se l’assassino ha commesso un errore i Sis lo scopriranno sicuramente. E tutti commettiamo sempre uno sbaglio perché il delitto perfetto non esiste.
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