POLIGNANO – Comunicato stampa del 19-01-2012
Sabato 21 gennaio 2012, a Monopoli in Piazza Vittorio Emanuele, a partire dalle ore 09:00, i cittadini pugliesi, il mondo ambientalista, i sindacati, le forze politiche, i sindaci, le province la regione puglia scenderanno in piazza per una grande manifestazione regionale il cui tema “La Puglia scende in piazza a difesa del proprio modello di sviluppo” scandisce chiaramente l’idea di netta contrarietà alle prospezioni e alle trivellazioni petrolifere, fatte nel nostro territorio e nel nostro mare, contro la stessa volontà di chi in quei territori vive, abita e lavora. La Puglia ha scelto un modello di sviluppo che va in direzione contraria alla “spremitura nera” dei nostri fondali, eppure, in mancanza di una legge che la vieti, la battaglia amministrativa contro questi colossi energetici multinazionali è quasi sempre impari, lasciando alle comunità locali uno spazio decisorio marginale e poco rilevante. Il colore scelto per la manifestazione è il giallo, un colore guarda caso a noi molto familiare.
All’Italia non servono nuove trivelle ma una politica che tuteli le nostre vere risorse. Lo sfruttamento di giacimenti al largo delle nostre coste è un miraggio che non deve assolutamente accecarci”.
Legambiente ricorda che l’Italia, attraverso 12 raffinerie, 14 grandi porti petroliferi e 9 piattaforme di estrazione off-shore, movimenta complessivamente oltre343 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno a cui vanno aggiunte le quantità di petrolio e affini stoccati in 482 depositi collocati vicino al mare, che hanno una capacità di quasi 18 milioni di metri cubi.
Legambiente Circolo Hippocampus sottolinea poi che oltre ai 76 pozzi già esistenti ci sono altre aree d’Italia a rischio trivelle. Ad oggi infatti nel Belpaese sono stati rilasciati 95 permessi di ricerca di idrocarburi, di cui 24 a mare, interessando un’area di circa 11 mila chilometri quadrati (kmq). A questi si devono aggiungere le 65 istanze presentate solo negli ultimi due anni, di cui ben 41 a mare per una superficie di 23 mila kmq.
“Puntando sul petrolio si rischia di ipotecare il futuro delle nostre coste e di attività economiche come il turismo di qualità. Per una tutela davvero efficace dunque non basta il divieto di perforazioni entro le 5 e 12 miglia dalla costa ma serve un divieto tout court in Italia e in tutto il Mediterraneo a partire dalle aree dove incombono le trivelle con il Golfo della Sirte in Libia e il Canale di Sicilia”
Il turismo è un’importante leva economica e il rischio più grande è, non solo quello di danneggiare un’area marina protetta di valore inestimabile, ma anche quello di vedere drasticamente ridotti gli arrivi di turisti che ogni anno giungono sulle isole per ammirare fondali tra i più belli del Mediterraneo, ricchissimi di biodiversità.
Legambiente Circolo Hippocampus dice NO ALLE TRIVELLE IN ADRIATICO, ma ad attivarci ad implementare le ENERGIE RINOVVABILI come sole e vento.
Presidente Circolo Hippocampus
Consigliere Nazionale di Legambiente
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