aggiornato il 20/11/2024 alle 10:34 da

Matteo Campanella nuovo presidente Copagri Bari-Bat

PUTIGNANO – E’ in Puglia la roccaforte della Copagri. La Confederazione dei Produttori Agricoli ha nella nostra regione il maggior numero di aziende agricole e associati seguiti e assistiti. Non a caso da alcuni anni il presidente nazionale della Copagri è un pugliese, Tommaso Battista, protagonista del radicamento costruito negli anni che ha portato la Copagri a essere voce autorevole e rispettata sui diversi tavoli istituzionali a tutti i livelli. Ed è proprio dal rapporto con il territorio che vuol ripartire il neo presidente provinciale della Copagri Bari-Bat, il putignanese Matteo Campanella. Dirigente agricolo di lungo corso con una vasta esperienza, in Copagri da anni si è sempre occupato soprattutto del settore zootecnico e lattiero-caseario.
Quale sarà la sua priorità? La priorità sarà innanzitutto l’ascolto e il contatto continuo con le nostre sedi in tutti i 51 comuni delle due province Bari-Bat. E’ da qui che bisogna ripartire per non dimenticare la principale missione di una organizzazione sindacale oggi sempre più in crisi di rappresentatività mentre dovrebbe essere sempre e davvero la voce degli agricoltori, ma se non si è vicini, presenti sul territorio diventa una missione impossibile. Quindi, la prima cosa a cui dedicherò gli sforzi iniziali sarà proprio il rapporto costante con le sedi comunali anche per incrementare gli associati.
I problemi del mondo agricolo sono tanti e quasi sempre gli stessi da anni, spesso irrisolti. Attualmente l’emergenza è rappresentata dalla siccità, dalla mancanza di acqua, e dalla crisi del Consorzio di Bonifica la cui riforma non decolla. La mancanza di acqua per la nostra terra è ultrasecolare. Oggi paghiamo non solo le conseguenze del cambiamento climatico ma soprattutto la mancata soluzione di problemi atavici come la manutenzione delle dighe, la mancata realizzazione di opere di collegamento e adduzione. Prima di parlare dei dissalatori non si è fatto nulla per ridurre le perdite di acqua nella rete di distribuzione che resta un colabrodo. E poi da quanti anni sentiamo parlare di riutilizzo delle acque reflue per l’uso irriguo? Quanto al Consorzio di Bonifica la Copagri ha dimostrato grande senso di responsabilità rinunciando all’incarico di sub commissario per l’impossibilità di svolgere il proprio ruolo. Come si può pensare di lasciare la gestione alle associazioni agricole con 160 milioni di euro di debiti pregressi? La politica in Puglia è chiamata a risolvere definitivamente la questione.
Il mondo agricolo si sente penalizzato dalle nuove politiche green dell’Unione Europea. Cosa propone la Copagri? La nostra organizzazione, col presidente nazionale Battista, è fortemente impegnata nel confronto con Palazzo Chigi e Bruxelles per sostenere il settore agricolo, specie per migliorare la Pac, e contiamo su una fase di transizione che non penalizzi settori economici cruciali come l’agricoltura e l’industria, non solo automobilistica. La Copagri punta sul miglioramento genetico per aumentare la resistenza contro i vari parassiti e consentire anche al genoma delle piante di adattarsi con minore stress ai sempre più frequenti effetti del cambiamento climatico, contribuendo al contempo a mantenere, o in alcuni casi addirittura a incrementare, la produttività e la resa dei vegetali, anche in situazioni sfavorevoli.
Per ridurre i costi di produzione la Copagri cosa pensa sull’agrivoltaico? Gli obiettivi di tutela della biodiversità e di uso sostenibile del suolo sono comuni agli agricoltori, i primi veri guardiani dell’ambiente, e per questo siamo favorevoli all’agrivoltaico ma in una situazione nella quale la perdita di terreni agricoli sfiora il 70% del consumo totale di suolo in Italia, con quasi 5.000 ettari di terra sottratta nel corso del 2023 alle attività agricole dalla cementificazione, dall’abbandono e dal cambiamento climatico, è fondamentale limitare l’uso del suolo agricolo per l’installazione degli impianti fotovoltaici con moduli a terra. Occorre da una parte tutelare il primario e i suoi terreni e dall’altra dare una concreta spinta alla transizione energetica del Paese, assicurando la fondamentale realizzazione dei progetti finalizzati alla costituzione di comunità energetiche rinnovabili (CER) e di quelli attuativi delle altre misure di investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Oltre agli alti costi di produzione qual è un altro problema che pesa molto in negativo sul reddito degli agricoltori? Il peso e i costi della burocrazia, asfissiante che toglie tempo e risorse ai produttori agricoli. Sento parlare da sempre di semplificazione, di sburocratizzazione ma restano solo parole nei convegni.
La xylella è da tempo arrivata anche in provincia di Bari e minaccia la Bat. Cosa fare? La xylella si diffonde anche nei territori che hanno messo in atto le buone pratiche agronomiche, pertanto – vista la gravità della situazione e l’avanzamento dell’epidemia – è urgente eseguire tutti i lavori necessari e obbligatori, oltre che nelle aree indenni, anche nelle zone infette e nelle aree cuscinetto, vigilando inoltre affinché queste pratiche vengano effettivamente messe in atto. La Copagri pensa sia necessario superare concettualmente la fase emergenziale e porci alcuni obiettivi fondamentali: puntare su azioni attive di prevenzione nelle aree indenni, quali l’introduzione di insetti predatori che contengono la sputacchina, nonché di vegetazione indenne capace di contenere le infezioni, previlegiando al contempo azioni di prevenzione strutturale che possono anche interessare le altre aree, oltre a trattamenti di prevenzione in grado di ridurre l’infezione. Il tutto ovviamente senza abbandonare gli abbattimenti previsti dalle leggi fitosanitarie e la ricerca e la sperimentazione di cultivar resistenti per recuperare il patrimonio degli ulivi.

© Riproduzione riservata 20 Novembre 2024

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