PUTIGNANO – L’atteso incontro tra residenti di PL5 e PL7 e amministrazione comunale si è svolto ieri sera in sala consiliare. Il dibattito, che ha registrato una numerosa presenza di cittadini, è iniziato intorno alle 18,30 e si è protratto ufficialmente fino alle 21, salvo poi proseguire sin fuori la sede comunale. Il sindaco, fiancheggiato dall’ingegner Cappiello e dall’assessore Recchia, ha segnato meticolosamente gli interrogativi che l’assemblea gli ha rivolto, riservandosi di rispondere, cosa poi accaduta, puntualmente. Sono stati così smorzati i toni risentiti e in alcuni casi stizziti dei cittadini convenuti, ma non appena il sindaco, scusandosi, ha abbandonato l’aula a dibattito quasi ultimato, i cittadini si sono lasciati andare ad un applauso “liberatorio” dopo l’intervento del consigliere Cuomo, chiamato in causa in quanto esponente dell’opposizione. A difendere i colori amministrativi ci hanno pensato il consigliere Fiume e il vice sindaco Angelini, con risultati discutibili a detta dell’assemblea che, suddivisa in capannelli vari, è tornata a ruggire. Prima di entrare nel merito della discussione, diamo alcuni dati.
Il primo cittadino ha dichiarato che la Regione Puglia ha implementato la disponibilità di finanziamento per il bando della rigenerazione urbana, per cui il progetto putignanese, giunto 14° in graduatoria e in un primo tempo non finanziabile, ora lo è. Il prossimo 31 ottobre è il termine ultimo della proroga concessa ai lottizzanti per le urbanizzazioni nei PL. Il sindaco ha promesso che entro tale data dovrebbe risolversi il problema della piazza centrale, quello della pubblica illuminazione e si è impegnato, tramite Cappiello, a verificare che i lottizzanti puliscano le aree in cui è stato abbandonato materiale edile pericoloso, denuncia che nelle scorse settimane era giunta proprio a mezzo del nostro giornale.
Dogma che sottende l’operazione di edilizia sociale e convenzionata è che, come chiarito dal sindaco: “il comune vuole recuperare denari per fare i capannoni”. Quattro sarebbero già finanziati, il bisogno è di 7, gli altri 3 sarebbero ricavati sul “sacrificio” dei residenti PL5 e 7, che vedrebbero nascere palazzine di edilizia sociale e convenzionata. L’operazione frutterà liquidità per il completamento degli hangar del carnevale. Detto ciò, i residenti dei PL menzionati fanno fronte comune e pur di evitare di vedere cemento dai loro balconi avanzano due proposte. Il signor Pascale suggerisce che ogni residente potrebbe acquistare 1mq di suolo, piantarci un albero e regalarlo al comune. Altra idea quella dell’architetto Lops che ha proposto una tassa di scopo da estendere a tutti i cittadini, perché il beneficio dei capannoni sarebbe di tutti. Il sindaco non ha condiviso questa seconda proposta, ma si è detto disponibile a valutare la prima a patto che giunga formale richiesta. Sono rimaste così non escluse le edificazioni e il problema è solo rimandato, in sintonia con il valzer delle rivendicazioni, aperto dal signor Mezzapesa, residente PL5.
LE RAGIONI DEI CITTADINI
Il signor Mezzapesa ha detto: “ci sono 3 bidoni per 120 famiglie che pagano la Tarsu per un servizio non erogato”. Due i suoi interrogativi: “perché con tutte le aree che ci sono (per realizzazione di edilizia sociale e convenzionata, ndr.) proprio lì?” e poi: “a chi dovrebbe andare quel lotto di palazzine?”.
La signora Mirizzi parla in difesa dei piccoli: “quando io ho comprato ho avuto il piacere di essere detto che quel pezzo dovrebbe essere per giocare i bambini. Se ce lo togliete dove li andiamo a portare?”
Il signor Pace, piantina alla mano, mostra le aree verdi di cui avrebbe diritto e chiede a chi spetta la loro manutenzione.
Il signor Sportelli pone un interrogativo secco: “Come mai la decisione di insistere in un quartiere già cementificato, dove spazi di verde non ce ne sono?”.
Il signor Masi è diretto: “chiedo se tutta l’operazione è legittima o meno”.
L’architetto Lops parla di standard pregressi che non sono necessariamente verde pubblico, ma anche strutture ad uso collettivo. L’edilizia che si sta pensando in quell’area prevede la vendita a privati, quindi non si configurerebbe come opera pubblica. Annuncia così il timore di una “speculazione” edilizia, tenendo a virgolettare il primo termine. In seconda battuta esprime il timore di un intasamento dell’area, 9000 metri cubi sono 28 appartamenti e probabilmente il doppio di nuove automobili.
Il signor Valentini articola un lungo intervento nel quale sostiene di “sentirsi la ruota di scorta dopo che al cimitero non si poteva costruire e perché si deve fare cassa per la cittadella del carnevale”, ancora aggiunge: “ci siamo sentiti scippati di un diritto acquisito” e precisa: “non c’è questione politica, è questione semplicemente di vivibilità”. Il punto è a tutti comune. I cittadini denunciano che “sulla carta” si sarebbero dovuti attendere al massimo edilizia pubblica e non palazzine.
Un cittadino trasferito da Bari apposta nel nostro paese non nasconde: “mi sento truffato”.
In coda agli interventi dei cittadini Cuomo avanza una domanda retorica. “Visto che il piano è articolato, rispetto alla data del 30 giugno (approvazione in consiglio, ndr.) quanto tempo prima l’amministrazione ha individuato questo tipo di soluzione, individuando nel progetto il PL5?”
LE RISPOSTE DEL SINDACO
Il sindaco ha diviso gli interrogativi in due filoni. Il primo riguardante il PL5, quindi problema vivibilità e tempi di esecuzione. Il secondo il problema della rigenerazione e delle nuove ipotetiche edificazioni. “Il PL5 è stato approvato nel 2002 (prima del suo insediamento, ndr.) e i tempi di esecuzione richiedono diversi anni. Io ritengo che in questo PL ci siano una serie di anomalie. Una è la grande piazza” e poi la “viabilità deforme”. Circa l’illuminazione urbana dice che la palificazione è già istallata, quindi “siamo in dirittura d’arrivo”. L’assessore Recchia dà man forte: “l’amministrazione ha già fatto i versamenti all’Enel”, si attende che i lottizzanti consegnino l’opera. Tutto dovrebbe definirsi il prossimo 31 ottobre, compresa la manutenzione delle aiuole e la potatura degli alberi di leccio che è di competenza comunale, come pure il problema dei cassonetti.
Il primo cittadino ha anche spiegato il senso delle aree a standard pregresso. Il piano regolatore approvato nel 1999 prevede che ogni abitante abbia diritto a 18mq di area a servizio pubblico. Quasi tutti questi standard sono stati concentrati a Putignano 2000 dove c’è il parco e nel PL2 dove è stato costruito l’edificio utilizzato dal liceo classico. Nel PL5 e 7 queste aree non possono essere accorpate perché sono suddivise in tanti pezzetti dove “non è possibile il palazzetto dello sport e nemmeno una tensostruttura”, esclude De Miccolis e aggiunge: “nel PL5 per come sono ubicati solo parcheggi e verde, né scuole o altro”. Queste aree di recupero, perché fruitori dei servizi sono i residenti di centro storico e zona A che da urbanizzazione degli anni ’70 non hanno avuto diritto ad aree di servizio, devono essere acquistate dal comune, questo secondo il piano regolatore. “Se la ragione non è impellente”, motiva il sindaco, l’acquisizione accade quando l’ente ha disponibilità.
A chiarire ulteriormente il significato di standard pregressi ed edilizia sociale ci ha pensato l’ing. Cappiello, sull’onda del cui intervento De Miccolis ha aperto il capitolo della rigenerazione e costruzione di edilizia sociale e convenzionata. Le legge consentirebbe di “utilizzare standard pregressi per l’edilizia sociale”, nel caso scelto si tratta di convenzionata, purché non si vada a violare i 18mq di servizi ad abitante. In questo caso “sono consentiti spostamenti”, quindi è fatta salva la questione di legittimità, in merito alla quale “ci saranno organi superiori che valuteranno”, l’approvazione del progetto prevede infatti vari step. Circa la “speculazione edilizia” ancora il sindaco interviene. Nei due PL le aree interessate hanno una superficie di 16.500 e 13.500 mq. Si tratterà di fare un bando e verificare se e quanti vi parteciperanno. Sottraendo a queste aree le cubature per le eventuali realizzazioni edilizie il sindaco sostiene che “le esigenze di verde e parcheggi sono molto più che soddisfatte”, ma non è scontato che la restante parte sia acquistata e urbanizzata subito. Nell’ipotesi che il progetto prosegua, l’edilizia convenzionata seguirà il regolamento approvato nel 2008, quindi sarà il comune a stilare la graduatoria e il prezzo imposto dalla regione è di 1.050 euro al mq, cifra che “probabilmente dovrà arrivare almeno a 1.500 euro”, sostiene Cappiello per via dei successivi aggiornamenti. Il fare cassa è conto facile se si considera che il suolo ha un prezzo di 48euro al mq più gli interessi legali sul suolo, quindi i lottizzanti mettono le aree a disposizione del comune e il comune mette a disposizione un totale di metri cubi.
Svelato anche il motivo della scelta di PL5 e PL7. “I tanti terreni comunali sono solo a San Pietro Piturno – spiega De Miccolis – e per quella che è la condizione sociale non si ritiene che sia utile avere altre edificazioni. Nel centro urbano gli unici terreni che hanno l’obbligo di diventare comunali sono solo nel PL5 e nel PL7”.
Ultima risposta è andata a beneficio di Cuomo. La decisione di inserire nel progetto i PL più volte citati è stata formulata in 25 giorni, “dal 5 al 30 giugno”.
In tutto il gran parlare una sola questione non è stata affondata. La necessità di 7 capannoni. Un cittadino ha pure proposto di scindere il carnevale in due tranche e far lavorare i carristi a rotazione negli hangar già finanziati e che, a detta del primo cittadino, hanno un inizio lavori imminente. De Miccolis ha risposto: “la prendo come una battuta” e il cittadino ha annuito. Ma non è l’unico a pensare che 4 capannoni possano andare già bene.
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