Durante l’incidente probatorio il perito indicato dal giudice ha accertato che l’uomo al momento del delitto aveva “grandemente scemata” la capacità di intendere.
L’omicidio si è consumato nella casa dove madre e figlio convivevano. L’anziana sarebbe stata uccisa perché “aveva espresso il proprio dissenso in ordine alle sue relazioni sentimentali”. Le indagini hanno accertato che la donna è prima stata strangolata procurando il decesso, e poi colpita all’addome con tre vole con un coltello “per essere certo della morte”. Lo ha scritto il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare. Ad aggravare il delitto sarebbero i motivi abbietti e futili oltre all’aver approfittato delle condizioni di salute della donna che non aveva la possibilità di deambulare autonomamente.
Domenico Elefante dovrà anche rispondere di rapina per essersi impossessato dopo il delitto di 2455 euro, di assegni per 35mila euro e di alcuni oggetti in oro (un orologio, due anelli e una collana).
La mattina successiva all’omicidio, Elefante tentò di mascherare il delitto contattando l’agenzia funebre Pinto a cui aveva commissionato un funerale in grande stile con tanto di carrozza e cavalli bianchi, ma Punto fu insospettito dai lividi che comparivano sul collo della donna che era stata accuratamente ripulita e vestita, e chiamò i carabinieri.
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