aggiornato il 19/07/2024 alle 19:00 da

Scatti e frammenti di spiritualità

“Distanti. Scatti e frammenti di spiritualità in tempo di Covid”, edito da Edizioni VivereIn, è un viaggio, fotografico e testuale, nell’interiorità di quanti si sono ritrovati costretti all’isolamento durante la pandemia da Covid-19. Gli autori, Marilena Aprile Ximenes e Michele Di Mauro, nati e cresciuti a Putignano, provengono entrambi da studi giuridici, ma coltivano sin da giovani un interesse verso la ricerca spirituale e la sperimentazione fotografica. Quali esperienze personali vi hanno influenzato maggiormente nella realizzazione di questo progetto fotografico e testuale? Questo progetto è stato senz’altro determinato dalla comune esperienza della distanza vissuta durante la pandemia da Covid-19. Dalle distanze forzate, soprattutto dalle persone più care e nella difficoltà di far fronte ai propri bisogni materiali e interiori, è scaturita in noi una nuova prospettiva, un nuovo modo di guardare il mondo e gli altri. Abbiamo avvertito l’istanza forte e condivisa di dare voce a quei bisogni profondi che l’umanità universalmente stava vivendo: una rivoluzione dal punto di vista interiore, la nascita di una ricerca spirituale dettata da un momento storico segnato da grandi difficoltà e paure. In ottica fotografica, l’esigenza era quella di rispondere alle necessità di documentare le mutate modalità di approccio e conduzione della vita interiore, descrivendo il cambiamento e le difficoltà, con occhio critico e al netto di sensazionalismi. Dal punto di vista strettamente testuale, certamente sono state importanti le varie esperienze personali, vissute in ambito spirituale, di volontariato e di relazione diretta con persone di diverse età e collocate in molteplici contesti. Che tipo di reazioni sperate di suscitare nei lettori? Avete già ricevuto qualche feedback che vi ha colpito particolarmente? L’intento di questo progetto è primariamente quello di suscitare nei lettori la necessità di indagare le proprie istanze interiori, interrogandosi e poi condividendo con gli altri i propri personali approdi. A seguito delle prime presentazioni e mostre fotografiche, a Orvieto Fotografia 2024 e a Conversano, è stato interessante rilevare come la maggior parte dei fruitori abbia gradito rivivere interiormente, attraverso le immagini e le riflessioni, un periodo storico vissuto certamente nel dolore e nella paura, ma senz’altro foriero di slanci interiori e di occasioni per vivere la propria intimità spirituale in varie forme ed espressioni. Molti sono stati piacevolmente sorpresi dall’assenza di immagini drammatiche connesse al Covid-19, pur riconoscendo la realtà del proprio vissuto negli scatti fotografici offerti. Perché pensate sia importante ricordare il periodo della pandemia da Covid-19? La storia è maestra di vita solo a condizione che di ciascun evento si sia in grado di cogliere sia gli aspetti negativi che quelli positivi, al fine di farne tesoro per il futuro. In questo, il dramma della pandemia da Covid-19 può costituire un’interessante “risorsa” per l’umanità intera, dove quest’ultima sia capace di conservare, anche in tempi ordinari e non esclusivamente emergenziali, le strategie salvifiche apprese per salvaguardare il proprio benessere interiore. Come pensate che la fotografia possa aiutare le persone a superare eventi traumatici? La fotografia è un linguaggio visivo i cui contenuti sono agevolmente assimilabili e che, in particolar modo per la caratteristica di evocare momenti passati, impressi indelebilmente, e con essi le emozioni suscitate, permette di stimolare l’intelligenza emotiva. Saper ricondurre le emozioni di un evento vissuto a un’immagine, contribuisce a viverla meglio e, laddove si tratti di un’emozione negativa, a comprenderla e limitare gli effetti a livello psicologico. Come è stato lavorare a 4 mani? Realizzare il lavoro a quattro mani è stata un’esperienza di intensa e totale condivisione e dialogo. Siamo due persone differenti, ciascuna delle quali porta con sé un personale bagaglio esperienziale ed emotivo: l’incontro tra le diversità ha rappresentato l’elemento caratterizzante del progetto. “Distanti. Scatti e frammenti di spiritualità in tempo di Covid è la testimonianza di come un evento drammatico a livello mondiale come la pandemia da Covid-19 può trasformarsi in un documento artistico e letterario che, attraverso la lente della spiritualità, offre uno sguardo pieno di stupore e di speranza”, queste le parole di S.E.R. mons. Filippo Santoro, arcivescovo emerito di Taranto, che ne ha curato la prefazione. Il libro è disponibile sulle principali piattaforme online. Arianna Celi

© Riproduzione riservata 19 Luglio 2024

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