RUTIGLIANO – “La Bellezza ci salverà” questo il motto della cerimonia di inaugurazione del 19° anno accademico della Libera Università della Terza Età “Lia Damato” di Rutigliano. Ed è proprio sul concetto di bellezza che si è disquisito nei vari interventi, moderati dal giornalista Gianni Capotorto, che si sono susseguiti durante l’incontro. Ma perché proprio la bellezza? Perché “essere di fronte al bello, ci aiuta a stare bene, riduce lo stress” introduce Marisa Damato, Presidente dell’associazione. “Non esiste una definizione assoluta di bellezza” esordisce la docente di Storia e Filosofia al Liceo Classico “Domenico Morea”, Prudenza Pavone, offrendoci poi una panoramica delle varie interpretazioni che si sono avvicendate nel tempo di questo concetto. Partendo dai Greci “ciò che è bello (kalos) è anche vero e buono (agatos) e viceversa”, menzionando Pitagora che associava il concetto di bellezza a quello di armonia, proporzioni, misura e numeri, citando l’illuminista Kant che distingue il bello dal sublime, e concludendo col filosofo famoso esponente della scuola di Francoforte Adorno, che si chiede se sia ancora possibile parlare di bellezza dopo la tragedia di Auschwitz e di conseguenza sostenendo che l’arte possa avere senso solo se si fa interprete e testimonianza delle sofferenze. Con l’aiuto della proiezione del finale del film “Morte a Venezia” del regista Luchino Visconti, Nicola Troiani, Docente di Storia dell’Arte al Liceo Classico “Domenico Morea” di Conversano, ci ha mostrato un altro modo di vedere la bellezza. “Visconti ha voluto coniugare il senso della bellezza e della morte – spiega – poichè la bellezza può essere maledetta e condurre alla decadenza. Non a caso la città scelta è Venezia, una città decadente”. Al termine, un radicale cambio del punto di vista, da astratto a corporeo, con l’intervento del Medico Neurologo, Marino Giuliano. “Abbiamo un sistema nervoso centrale che elabora le informazioni che arrivano dai 5 sensi, tutte queste informazioni arrivano in determinate aree del cervello che poi servono un’aerea principale: il lobo frontale del nostro cervello. Questa area del cervello è collegata a un’altra struttura molto antica che è quella del lobo delle nostre emozioni”. Così, la bellezza ci fa star bene, ci aiuta a superare l’angoscia che ci portiamo dietro ogni giorno “l’angoscia della consapevolezza della morte”. “Innamoriamoci nel sapere” questo l’auspicio dell’Assessore Ancona, in un mondo in cui “la cultura non deve fermarsi fino ai primi 40 anni di vita, non dobbiamo mai stancarci di studiare”. A chiudere la serata, l’esibizione del coro della Lute “Lia Damato” diretto da Antonella Apollonio. (foto di Giusy Ottomano)
Non ci sono commenti, di la tua qui sotto!