In occasione della “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle Missioni Internazionali per la Pace”, martedì 12 novembre 2024, alle ore 19.00, presso la sala a pianterreno del locale Museo civico archeologico “Grazia e Pietro Di Donna”, si terrà la presentazione del libro del giornalista scrittore Tino Sorino, dal titolo “Mio padre Vitantonio” (Locorotondo Editore, 2024), unico rutiglianese e tra i primi Caduti italiani (il sesto) presenti nell’elenco del Ministero della Difesa, morti nelle missioni di “peacekeeping” per conto dell’ONU. Interverranno con l’autore: il generale in congedo dell’Aeronautica militare di Bari Mimmo Chirico che parlerà in generale della partecipazione anche attuale dei militari italiani nelle missioni di pace all’estero, con particolare riferimento ai 13 avieri Caduti trucidati nel 1961 a Kindu; il dott. Gaetano Campione, già redattore della Gazzetta del Mezzogiorno, che relazionerà sul libro in oggetto e la piccola Cecilia, pronipote di Vitantonio Sorino che leggerà la preghiera per i Caduti (con approvazione del Cardinal Bagnasco). Concluderà la serata il Sindaco di Rutigliano, dott. Giuseppe Valenzano. Tra le associazioni del territorio, sarà presente anche quella che porta il nome di Mario Frasca, un giovanissimo militare foggiano caduto in Afghanistan a soli 32 anni, associazione che si è resa disponibile a collaborare per le successive iniziative volte a onorare la memoria di tutti i caduti nelle missioni di pace dell’ONU, 172 italiani, di cui 26 pugliesi, deceduti, dal 1949 al 2014, nelle missioni all’estero. E, proprio, tra questi ultimi, figura Vitantonio Sorino (Rutigliano, 1912 – Mogadiscio, in Somalia, 1954), morto a soli 41 anni. A lui, il Ministero della Difesa ha dedicato nell’apposito sito un’intera pagina, l’Amministrazione comunale ha da poco intitolato una strada e il figlio ha dedicato il libro presentato durante l’incontro. Una ricostruzione biografica della vita di un uomo che non ha mai conosciuto il figlio, che amava al di sopra di tutto la famiglia, la sua divisa e l’Italia, ma aveva l’Africa nel cuore.
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